La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!

10 LUGLIO (Mt 9,32-38)

Quello delle “pecore senza pastore” è il tema dominante di tutto l’Antico Testamento, specie nella rivelazione profetica. Tutti i profeti vedono il disastro spirituale del popolo del Signore e lo attribuiscono ai cattivi pastori, che non si prendono cura delle pecore loro affidate. Dio vede questa situazione di sbandamento universale e promette attraverso il profeta Geremia che Lui stesso avrebbe mandato pastori secondo il suo cuore: “Ritornate, figli traviati – oracolo del Signore – perché io sono il vostro padrone. Vi prenderò uno da ogni città e due da ciascuna famiglia e vi condurrò a Sion. Vi darò pastori secondo il mio cuore, che vi guideranno con scienza e intelligenza. Quando poi vi sarete moltiplicati e sarete stati fecondi nel paese, in quei giorni – oracolo del Signore – non si parlerà più dell’arca dell’alleanza del Signore: non verrà più in mente a nessuno e nessuno se ne ricorderà, non sarà rimpianta né rifatta. In quel tempo chiameranno Gerusalemme “Trono del Signore”, e a Gerusalemme tutte le genti si raduneranno nel nome del Signore e non seguiranno più caparbiamente il loro cuore malvagio. In quei giorni la casa di Giuda andrà verso la casa d’Israele e verranno insieme dalla regione settentrionale nella terra che io avevo dato in eredità ai loro padri. Io pensavo: “Come vorrei considerarti tra i miei figli e darti una terra invidiabile, un’eredità che sia l’ornamento più prezioso delle genti!”. Io pensavo: “Voi mi chiamerete: Padre mio, e non tralascerete di seguirmi”. Ma come una moglie è infedele a suo marito, così voi, casa di Israele, siete stati infedeli a me». Oracolo del Signore. Sui colli si ode una voce, pianto e gemiti degli Israeliti, perché hanno reso tortuose le loro vie, hanno dimenticato il Signore, loro Dio. «Ritornate, figli traviati, io risanerò le vostre ribellioni». «Ecco, noi veniamo a te, perché tu sei il Signore, nostro Dio. In realtà, menzogna sono le colline, e le grida sui monti; davvero nel Signore, nostro Dio, è la salvezza d’Israele. L’infamia ha divorato fin dalla nostra giovinezza il frutto delle fatiche dei nostri padri, le loro greggi e i loro armenti, i loro figli e le loro figlie. Corichiamoci nella nostra vergogna, la nostra confusione ci ricopra, perché abbiamo peccato contro il Signore, nostro Dio, noi e i nostri padri, dalla nostra giovinezza fino ad oggi; non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio»” (Ger 3,14-25).

Anche Gesù, il buon pastore mandato da Dio a radunare il suo gregge disperso, vede che le pecore sono in uno stato miserevole. Oltre che vero Dio, Lui è anche vero uomo e nessun uomo, a motivo dei suoi limiti strutturali, che sono della sua natura, anche se santissima, potrà radunare tutte le pecore di Dio che sono nel mondo. Gesù sa che c’è bisogno di molti pastori, molti operai, molte persone che si dedichino a questo ministero. Chi però deve mandare pastori è il Padre suo. A Lui spetta mandare pastori secondo il suo cuore. L’uomo però deve ricordarglielo con una preghiera accorata, ininterrotta, senza alcuna tregua. La preghiera però deve essere il frutto non di una esigenza che lui vede, ma del suo immenso amore per le pecore che vuole tutte nell’ovile di Dio, tutto salve, tutte redente, tutte incamminate sulla via della santità.

Usciti costoro, gli presentarono un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».

È la compassione per le pecore che deve trasformare il nostro cuore in una casa di preghiera perenne dalla quale sorge una sola voce: “Manda Signore operai nella tua messe. Io dono la mia vita per la salvezza delle tue pecore. Ma non posso raggiungerle tutte. Sono persona finita, limitata, piccola, ho poco forze. Per amore del tuo nome, per amore verso Cristo Gesù, il buon pastore di ogni tua pecora, dona ancora e sempre pastori secondo il tuo cuore”. Quando il cuore prega per amore, compassione, pietà, il Signore dal Cielo ascolta e gli operai affluiscono e le pecore trovano ristoro.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, fatti nostra voce presso Dio e chiedi operai per la sua messe. Angeli, Santi, intercedete senza interruzione.