vangelo del giorno

A te darò le chiavi del regno dei cieli

24 AGOSTO (Mt 16,13-20)


L’uomo che vive nella carne di peccato, secondo la carne di peccato, possiede una mente anch’essa di carne, di peccato. Con essa pretende di entrare nella più pura verità del suo Dio, leggere la sua Parola e interpretandola, osservare le sue opere e offrire agli altri il significato del mistero. Questa pretesa è pura follia. Per le cose celesti occorre una mente anch’essa celeste. Per le cose spirituali urge un cuore spirituale. Per le cose di Dio abbiamo bisogno che sia Dio a leggerle e a interpretarle.

Per leggere, comprendere, interpretare Dio, la sua Parola, il suo mistero eterno e divino, nella sua più pura rivelazione si può. Occorre però che la nostra mente sia illuminata dalla potente luce divina dello Spirito Santo del Signore. Questa luce è data non a tutti, ma solo a coloro che vivono secondo lo Spirito, sono nello Spirito, sono nella Parola del Vangelo. Si vive secondo il Vangelo, nella più alta carità e misericordia, nella più profonda e avvolgente sua giustizia, si è nello Spirito Santo. Lo Spirito Santo che è nell’uomo spirituale, nell’uomo evangelico, illumina la mente perché comprenda e riscalda il cuore perché aderisca con più fermezza di volontà alla verità.

L’interpretazione della Scrittura non appartiene a nessun metodo scientifico. Essa appartiene allo Spirito di Dio. Lo Spirito suggerisce di volta in volta le modalità di accesso al testo sacro, di cui Lui è il solo Autore e il solo Interprete. O si cammina nella Parola, vivendola tutta ogni giorno, oppure si è preclusi dalla sua conoscenza più profonda. Senza lo Spirito del Signore si rimane nella lettera, non si entra nel mistero. Ci si affaccia alla sua periferia, ma non si entra nel suo cuore. Come Mosè, la si vede da lontano, dal monte, ma non si entra in essa, non si gode la visione da vicino.

Il Signore ha però fatto qualcosa di divinamente grande, sorprendente, oltre l’umano. Ha costituito un uomo, Pietro, garante perenne della verità della sua Parola, della sua verità, del suo mistero. Che Lui sia peccatore o santo, giusto o ingiusto, iniquo o pio, empio o vero adoratore, amante della Chiesa o anche nemico di essa, che la costruisca con le sue virtù o la distrugga con i suoi vizi poco importa, possiede un carisma infallibile di verità. Lui sempre è in possesso della chiave che apre alla verità e chiude alla falsità. Con questa chiave indicherà sempre qual è il vero Cristo Gesù e con la stessa dirà sempre dove si nasconde il falso Cristo. 

Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

L’uso di questa chiave così è stato regolato dallo stesso sommo pontefice in comunione con tutta la Chiesa: “Perciò Noi, mantenendoci fedeli alla tradizione ricevuta dai primordi della fede cristiana, per la gloria di Dio nostro Salvatore, per l’esaltazione della religione Cattolica e per la salvezza dei popoli cristiani, con l’approvazione del sacro Concilio proclamiamo e definiamo dogma rivelato da Dio che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani, e in forza del suo supremo potere Apostolico definisce una dottrina circa la fede e i costumi, vincola tutta la Chiesa, per la divina assistenza a lui promessa nella persona del beato Pietro, gode di quell’infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi: pertanto tali definizioni del Romano Pontefice sono immutabili per se stesse, e non per il consenso della Chiesa”.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci uomini spirituali.