ASCOLTATEMI E MANGERETE COSE BUONE

DOMENICA 2 AGOSTO (Is 55,1-3)

Nell’Antico Testamento il nutrimento spirituale veniva all’uomo, mangiando la Parola del Signore, nutrendosi della sua sapienza. Così il Libro dei Proverbi: “La sapienza forse non chiama e l’intelligenza non fa udire la sua voce? In cima alle alture, lungo la via, nei crocicchi delle strade si apposta, presso le porte, all’ingresso della città, sulle soglie degli usci essa grida: A voi, uomini, io mi rivolgo, ai figli dell’uomo è diretta la mia voce. Imparate, inesperti, la prudenza e voi, stolti, fatevi assennati. Ascoltate, perché dirò cose rilevanti, dalle mie labbra usciranno sentenze giuste, perché la mia bocca proclama la verità e l’empietà è orrore per le mie labbra. Tutte le parole della mia bocca sono giuste, niente in esse è tortuoso o perverso; sono tutte chiare per chi le comprende e rette per chi possiede la scienza. Accettate la mia istruzione e non l’argento, la scienza anziché l’oro fino, perché la sapienza vale più delle perle e quanto si può desiderare non l’eguaglia. Io, la sapienza, abito con la prudenza e possiedo scienza e riflessione. Temere il Signore è odiare il male: io detesto la superbia e l’arroganza, la cattiva condotta e la bocca perversa. A me appartengono consiglio e successo, mia è l’intelligenza, mia è la potenza. Per mezzo mio regnano i re e i prìncipi promulgano giusti decreti; per mezzo mio i capi comandano e i grandi governano con giustizia. Io amo coloro che mi amano, e quelli che mi cercano mi trovano. Ricchezza e onore sono con me, sicuro benessere e giustizia. Il mio frutto è migliore dell’oro più fino, il mio prodotto è migliore dell’argento pregiato. Sulla via della giustizia io cammino e per i sentieri dell’equità, per dotare di beni quanti mi amano e riempire i loro tesori” (Pr 8,1-21). Dal banchetto della sapienza mai ci si doveva separare. All’istante si ritornava nella stoltezza e nell’insipienza. Ecco l’invito: “La sapienza si è costruita la sua casa, ha intagliato le sue sette colonne. Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha imbandito la sua tavola. Ha mandato le sue ancelle a proclamare sui punti più alti della città: Chi è inesperto venga qui!». A chi è privo di senno ella dice: Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato. Abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza»” (Pr 9,1-6). Vive chi ascolta questo invito. Muore chi lo rifiuta e cammina per vie umane e terrene. Attraverso il profeta Isaia il Signore rivolge ai figli del suo popolo lo stesso invito.

Così dice il Signore: «O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite; comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete. Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide».

Nel Nuovo Testamento abbiamo un cambiamento sostanziale. Per vivere la Parola che quotidianamente mangiamo, occorre assumere un altro cibo: la stessa carne e il sangue di Cristo Gesù. Si mangia Cristo realmente, si vive per Lui. Non si mangia Cristo, non si vive per Lui, perché neanche della sua Parola più ci si nutre: “Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno»” (Gv 6,52-58). Quando ci si separa dall’Eucaristia inevitabilmente ci si separare anche dalla Parola. Parola ed Eucaristia sono un unico nutrimento, perché ci si nutre dell’unico Cristo Signore. Si mangia la sua carne per mangiare e fare nostra la sua volontà. Si beve il suo sangue per dissetarci e fare nostro il suo Santo Spirito. Dal suo costato squarciato sulla croce è uscito sangue e acqua, Eucaristia e Spirito Santo e sono inseparabili. Uno è Cristo, mai due.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che mai separiamo Cristo, dono di acqua e sangue.