vangelo del giorno

Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!

6 NOVEMBRE (Lc 14,15-24)

Sempre il pio Israelita “immaginava la bellezza della casa di Dio e sognava di abitare in essa per tutti i giorni della sua vita”. Non erano però questi sogni e immaginazioni che venivano dal suo cuore, bensì era lo Spirito del Signore che metteva nel cuore questi desideri, queste visioni, queste immagini. Senza l’opera dello Spirito Santo mai un uomo potrà elevarsi alla contemplazione delle cose del cielo. Sono troppo alte per la sua piccola, povera, misera umanità. Con lo Spirito di Dio tutto diviene possibile.

Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti! L’anima mia anela e desidera gli atri del Signore. Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente. Anche il passero trova una casa e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio. Beato chi abita nella tua casa: senza fine canta le tue lodi. Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio e ha le tue vie nel suo cuore. Passando per la valle del pianto la cambia in una sorgente; anche la prima pioggia l’ammanta di benedizioni. Cresce lungo il cammino il suo vigore, finché compare davanti a Dio in Sion. Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera, porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe. Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo, guarda il volto del tuo consacrato. Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri che mille nella mia casa; stare sulla soglia della casa del mio Dio è meglio che abitare nelle tende dei malvagi. Perché sole e scudo è il Signore Dio; il Signore concede grazia e gloria, non rifiuta il bene a chi cammina nell’integrità. Signore degli eserciti, beato l’uomo che in te confida. (Sal 84 (83) 1-13).

La fede ha bisogno di questi “sogni” e di queste “immaginazioni”, frutto nell’uomo dello Spirito Santo Dio. San Paolo ci parla delle sue visioni che hanno dato un significato nuovo a tutta la sua esistenza. Da una visione è cambiata radicalmente la sua vita.

Se bisogna vantarsi – ma non conviene – verrò tuttavia alle visioni e alle rivelazioni del Signore. So che un uomo, in Cristo, quattordici anni fa – se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest’uomo – se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunciare. Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò, fuorché delle mie debolezze. Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato: direi solo la verità. Ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi più di quello che vede o sente da me e per la straordinaria grandezza delle rivelazioni” (2Cor 12,1-7).

Gesù oggi lo afferma con estrema chiarezza: nel regno dei cieli si entra per invito. È il Padre dei cieli, che per sua grande misericordia e bontà, ci apre le porte del suo regno. Nessun uomo può accampare un qualche diritto. Il regni di Dio è un purissimo dono.

Uno dei commensali, avendo udito questo, gli disse: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».

Dio invita tutti. Molti però non accolgono il suo invito. Hanno altre cose più importanti da fare. Invece che scegliere l’eternità con Dio l’uomo preferisce pochi attimi di tempo con se stesso e con le sue cose. Questa è vera stoltezza ed insipienza. Chi oggi deve invitare l’uomo perché accolga l’invito ad entrare nel regno di Dio è il cristiano. Ma questi oggi è un menomato. È un sordo, un cieco, uno zoppo, un muto, un pigro, addirittura un falso apostolo e un falso missionario, dal momento che proclama che si può entrare nella salva del convito eterno, senza neanche rispondere all’invito durante la vita terrena. Con questo insegnamento tutto il Vangelo è dichiarato cosa inutile.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci saggi e sapienti.