vangelo del giorno

Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre

At 14,19-28; Sal 144,10-13.21; Gv 14,27-31a.
16 MAGGIO

L’Antico Testamento narra il martirio dei sette fratelli Maccabei insieme con la loro madre. Essi tutti attestano che sono pronti a consegnare la loro vita al supplizio, al martirio per amore della Legge del loro Dio.  La fedeltà alla Legge merita la loro morte.

Venuto meno il primo, allo stesso modo esponevano allo scherno il secondo e, strappatagli la pelle del capo con i capelli, gli domandavano: «Sei disposto a mangiare, prima che il tuo corpo venga straziato in ogni suo membro?». Egli, rispondendo nella lingua dei padri, protestava: «No». Perciò anch’egli subì gli stessi tormenti del primo. Giunto all’ultimo respiro, disse: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna». Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, dicendo dignitosamente: «Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo». Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture. Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita, egli diceva: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita».

Subito dopo condussero il quinto e lo torturarono. Ma egli, guardando il re, diceva: «Tu hai potere sugli uomini e, sebbene mortale, fai quanto ti piace; ma non credere che il nostro popolo sia stato abbandonato da Dio. Quanto a te, aspetta e vedrai la grandezza della sua forza, come strazierà te e la tua discendenza».  Dopo di lui presero il sesto che, mentre stava per morire, disse: «Non illuderti stoltamente. Noi soffriamo queste cose per causa nostra, perché abbiamo peccato contro il nostro Dio; perciò ci succedono cose che muovono a meraviglia. Ma tu non credere di andare impunito, dopo aver osato combattere contro Dio». Soprattutto la madre era ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché, vedendo morire sette figli in un solo giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore. Esortava ciascuno di loro nella lingua dei padri, piena di nobili sentimenti e, temprando la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva loro: «Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato il respiro e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. Senza dubbio il Creatore dell’universo, che ha plasmato all’origine l’uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo il respiro e la vita, poiché voi ora per le sue leggi non vi preoccupate di voi stessi» (2Mac 7, 9-23).

Questi uomini e questa donna mostrano al mondo quanto essi amano il Signore. Essi però confessano di subire questi tormenti perché come popolo hanno peccato. Gesù è innocente, santo, senza peccato. Lui nulla deve espiare. Lui si offre al Padre invece per espiare il peccato dell’umanità. Lui, Figlio Eterno del Padre, offre al Padre il suo corpo come vero olocausto di redenzione per l’umanità.  Questo è l’amore di Gesù.

Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco.

Il mondo questo amore deve conoscere. Gesù è il Giusto e il Santo, il vero Figlio di Dio. Quanto Gesù ama il Padre? Fin dove giunge questo suo amore? Fino a farsi olocausto. Il Padre ha bisogno di un corpo per la redenzione dell’umanità e Gesù glielo offre, glielo dona. Non si tira indietro. Questo il mondo deve sapere, perché è questa la differenza tra Lui e tutti gli altri fondatori di religione. Gli altri il corpo lo hanno conservato per se stessi. Cristo lo dona al Padre. Lo ha dato al Padre, lo dona ogni giorno, perché ogni giorno il suo corpo mistico è dato al Padre per la redenzione dei suoi fratelli. Il vero adoratore di Dio non toglie la vita ai suoi fratelli per difendere la causa della sua religione. Dona invece la sua vita a Dio perché i suoi fratelli vivano nel corpo, nello spirito, nell’anima. La differenza c’è ed è infinita. Così Gesù ama.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci amare come Cristo Gesù.