vangelo del giorno

C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci

2 MAGGIO (Gv 6,1-15)


Dio riversa sulla nostra terra tutta la sua misericordia, ad una condizione: che l’uomo vi metta tutta la sua. Se l’uomo è misericordioso verso l’uomo anche Dio lo è. Se l’uomo non lo è, Dio non potrà esserlo. Gli manca la misericordia dell’uomo sulla quale innestare la sua, che è eterna, divina, onnipotente, creatrice di una realtà nuova.

La misericordia dell’uomo è in tutto come un albero. Se l’albero è piccolo, la terra e il sole donano pochi frutti all’albero. Se invece l’albero è grande, maestoso, gigantesco, il sole e la terra donano una grandissima quantità di frutti. A Dio però non servono grandi alberi. Servo alberi disponibili, alberi che donano quel poco che hanno. A Dio basta il cuore e il nostro poco, poi ogni altra cosa è Lui che la realizza. Lui è l’Onnipotente. Un ragazzo dona ad Eliseo venti piccoli pani d’orzo e con essi sfama cento uomini. 

Da Baal Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia. Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”». Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore (2Re 4,42-44). 

Oggi Gesù ci insegna che al Padre dobbiamo offrire le nostre piccole, umili cose, ma anche la nostra grande fede in Lui. Si offrono le cose insieme alla grande fede e il Padre compie le opere della sua grande, divina, eterna misericordia. Se le cose non vengono offerte e con esse la fede, Dio nulla potrà mai fare e l’uomo rimane nella sua fame, sete, miseria spirituale ed anche fisica. Questa fede deve essere acquisizione, patrimonio di ogni discepolo di Gesù. La storia è salvata da questa fede. È redenta da essa. Dove questa fede non regna, non vi è salvezza e ne redenzione.

Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

Altra verità che deve muovere ogni nostro pensiero è questa: di quanto noi doniamo al Signore in cose, sempre però assieme alla nostra grandissima fede, non solo non perdiamo nulla, ricaviamo come frutto settantasette volte tanto. Noi diamo il finito e Dio ci dona l’infinito, noi diamo il poco e Dio ci dona il molto, noi gli diamo il quasi niente e Lui ci dona il tutto. Dona il tutto non solo a noi, ma al mondo intero. 

Osserviamo cosa avviene nell’Eucaristia. Noi gli diamo una minuscola particola e qualche goccia di vino e cosa ci dona il Signore? Il corpo e il sangue di Cristo. Il miracolo dell’Eucaristia non è solo dell’Eucaristia. È il miracolo che si compie sempre ogni qualvolta diamo qualcosa al Signore. Noi diamo ai fratelli un po’ di vita per il loro corpo e Dio a noi ci dona la vita eterna, il suo Cielo, il suo Paradiso. Se avessimo questa fede faremmo a gara per dare qualcosa al Signore. È più che se uno andasse alla banca, portasse un euro e ricevesse in cambio un miliardo di euro.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci questa purissima fede.