vangelo del giorno

C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo

At 5,34-42; Sal 26,1.4.13-14; Gv 6,1-15.
28 APRILE

La vedova di Sarepta, nella fede, mette a disposizione di Elia un pugno di farina e qualche goccia d’olio e il Signore sulla parola del suo profeta, nutre Elia, la donna e il bambino, senza mai far venire meno sia il pugno di farina che le sue poche gocce d’olio. Sempre il Signore chiede il poco per poterlo moltiplicare per i suoi figli.

Dopo alcuni giorni il torrente si seccò, perché non era piovuto sulla terra. Fu rivolta a lui la parola del Signore: «Àlzati, va’ a Sarepta di Sidone; ecco, io là ho dato ordine a una vedova di sostenerti». Egli si alzò e andò a Sarepta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po’ d’acqua in un vaso, perché io possa bere». Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo». Elia le disse: «Non temere; va’ a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d’Israele: “La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra”». Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia (1Re 17,7-16).

Un ragazzo offre ad Eliseo dei pani. Il profeta gli ordina di darlo da mangiare alla gente. Il pane è poco, La gente è molta. Per la parola del profeta il pane basta e anche ne rimane. Si ascolta, si crede, si obbedisce, le cose si moltiplicano sulla Parola di Dio.

Da Baal‑Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia. Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”». Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore (2Re 4,42-44).

Anche Gesù chiede all’uomo che gli metta a disposizione il suo poco. L’uomo glielo offre e Gesù lo moltiplica. Tutti si saziano. Quello che resta è molto, anzi moltissimo.

Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

Gesù per tutto il tempo della storia dovrà moltiplicare il suo corpo. Per questa opera di vita eterna gli occorrono due doni: un pugno di farina ogni giorno e delle gocce di vino ogni giorno. Gli serve anche un corpo che deve rendere in tutto simile al suo, corpo del sacrificio, corpo dell’olocausto, corpo interamente consacrato al Padre suo. La terra mette a disposizione di Gesù questi doni: pane, vino, corpo umano e il Padre, per la potenza dello Spirito, attraverso il corpo del presbitero trasformerà il pane in suo corpo e il vino in suo sangue. Se i doni non vengono dati, nessuna moltiplicazione avviene.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci dono a Cristo Gesù.