vangelo del giorno

Chi ama padre o madre più di me

2 Re 4,8-11.14-16a; Sal 88,2-3.16-19; Rm 6,3-4.8-11; Mt 10,37-42.
2 LUGLIO – XIII DOMENICA T.O.
La vocazione cristiana è più che il passaggio del Mar Rosso per gli Ebrei. Il Mare si è aperto per uscire, poi si è chiuso togliendo a quanti erano usciti ogni possibilità di ritorno indietro. Così avviene la separazione del mondo di prima dal mondo di dopo. L’Apostolo Pietro ha un forte messaggio per quanti non vivono la chiamata e ritornano nella schiavitù di un tempo. Li paragona ai cani che tornano al loro vomito.

Temerari, arroganti, non temono d’insultare gli esseri gloriosi decaduti, mentre gli angeli, a loro superiori per forza e potenza, non portano davanti al Signore alcun giudizio offensivo contro di loro. Ma costoro, irragionevoli e istintivi, nati per essere presi e uccisi, bestemmiando quello che ignorano, andranno in perdizione per la loro condotta immorale, subendo il castigo della loro iniquità. Essi stimano felicità darsi ai bagordi in pieno giorno; scandalosi e vergognosi, godono dei loro inganni mentre fanno festa con voi, hanno gli occhi pieni di desideri disonesti e, insaziabili nel peccato, adescano le persone instabili, hanno il cuore assuefatto alla cupidigia, figli di maledizione! Abbandonata la retta via, si sono smarriti seguendo la via di Balaam figlio di Bosor, al quale piacevano ingiusti guadagni, ma per la sua malvagità fu punito: un’asina, sebbene muta, parlando con voce umana si oppose alla follia del profeta. Costoro sono come sorgenti senz’acqua e come nuvole agitate dalla tempesta, e a loro è riservata l’oscurità delle tenebre. Con discorsi arroganti e vuoti e mediante sfrenate passioni carnali adescano quelli che da poco si sono allontanati da chi vive nell’errore. Promettono loro libertà, mentre sono essi stessi schiavi della corruzione. L’uomo infatti è schiavo di ciò che lo domina. Se infatti, dopo essere sfuggiti alle corruzioni del mondo per mezzo della conoscenza del nostro Signore e salvatore Gesù Cristo, rimangono di nuovo in esse invischiati e vinti, la loro ultima condizione è divenuta peggiore della prima. Meglio sarebbe stato per loro non aver mai conosciuto la via della giustizia, piuttosto che, dopo averla conosciuta, voltare le spalle al santo comandamento che era stato loro trasmesso. Si è verificato per loro il proverbio: «Il cane è tornato al suo vomito e la scrofa lavata è tornata a rotolarsi nel fango» (2Pt 2,10-22).

Cristo Gesù vuole che Lui sia amato da ogni suo discepolo come Lui ama il Padre. Non vuole che nessuno turbi la qualità di quest’amore e neanche la tua intensità. Esso deve essere perfetto sempre. È un amore che non deve conosce né la notte, né l’alba, né l’aurora, né il crepuscolo e neanche il tramonto. Deve invece essere sempre perfetto, pieno come il sole a mezzodì. Neanche una nuvola di perfezione lo deve oscurare in qualche modo. Padre, madre, figlio, figlia non possono diminuire l’amore per Cristo. Neanche l’amore per la propria vita lo potrà diminuire. Per amare Gesù Signore si deve essere pronti anche di affrontare il martirio sia quello incruento che quello cruento. Gesù vuole il cuore tutto per Lui e assieme al cuore la mente, i pensieri, la volontà, i desideri, l’anima e lo stesso corpo. Per questo si lascia un mondo e si entra in un altro. Si abbandona il mondo degli uomini e si entra nel mondo della sua verità e del suo amore, ponendosi in perenne obbedienza ad ogni comando del Signore.

Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Quando un discepolo di Gesù vive per Lui, chi accoglie il discepolo accoglie Gesù. Chi accoglie Gesù, accoglie il Padre che lo ha mandato. Chi fa del bene al discepolo fa bene a Gesù. Sarà Gesù domani e anche oggi a ricompensarlo. Nessuno però potrà chiedere di essere accolto nel nome di Cristo, se la sua vita non manifesta Cristo nei pensieri, nei desideri, nelle opere. Cristo e il discepolo devono essere una cosa sola, come Cristo e il Padre sono una cosa sola, una sola volontà, un solo amore.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci una cosa sola con Gesù.