vangelo del giorno

Chi crede in me, non crede in me

At 12,24-13,5; Sal 66,2-3.5-6.8; Gv 12,44-50.
10 MAGGIO

Possiamo ben dire che il Vangelo secondo Giovanni è una sola verità, dalla quale scaturiscono e fruttificano tutte le altre: il pieno, perfetto, totale, perenne, eterno esistere di Cristo Gesù dal Padre, non solo nelle sue parole, nella sua volontà, nelle sue opere, nelle sue decisioni, nei suoi pensieri, ma anche in tutto il suo essere. Gesù è nell’eternità e nel tempo tutto e sempre dal Padre suo. Questa è la sua verità.

In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato (Gv 5,24-30).

Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me» (Gv 12,44-50).

Se Gesù è dal Padre, la sua Parola è dal Padre. Per questo Lui può dire: Chi crede in me, non crede in me, crede in Colui che mi ha mandato. Ma anche: Chi vede me, non vede me, ma colui che mi ha mandato. E ancora: Io e il Padre siamo una cosa sola. Chi non ascolta Cristo, non è Cristo che non ascolta, ma il Padre suo che lo ha mandato. Essendo Cristo la Parola di vita eterna, chi si rifiuta di ascoltarlo, si distacca dalla sorgente della vita, ritorna o rimane nella sua morte. È questo il giudizio che non è pronunciato dal padre, ma da colui che si rifiuta di ascoltare Cristo. È lui che si condanna alla morte eterna, recidendosi dalle sorgenti della vera vita.

Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

Anche questa è verità che governa tutto il Vangelo secondo Giovanni. Non è il Padre che giudica, condanna, esclude dalla vita eterna. Il Padre manda Cristo. In Cristo fa ad ogni uomo l’offerta della vita eterna. Chi accoglie Cristo, accoglie la vita, entra nella vita eterna, si fa vita eterna. Chi rifiuta Cristo, perché non crede in Lui, non lo accoglie come sua vita eterna, rimane nella morte. È già nella morte e vi rimane. È questa la responsabilità eterna che pesa sulle spalle di ciascuno. Quando si dice che Dio non giudica è vero. È falso invece quando si grida che siamo tutti salvi. Questo è un grido contro la Parola del Signore. La salvezza il Padre la offre a tutti, perché Cristo è dato a tutti. È Cristo la via, la porta, l’ovile, la vita, la speranza, la pace, la salvezza del Padre. Chi non accoglie Cristo, chi lo disprezza, si separa dalla sorgente della vita eterna. Si giudica degno di appartenere per sempre alla morte eterna. La vita è Cristo, è in Cristo.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci ad accogliere Cristo.

Questa differenza va gridata al mondo intero, va difesa con tutte le forze. Il cristiano non è l’adoratore di un Dio verità astratta, eterea, che abita in un cielo anch’esso astratto, etereo, senza alcuna relazione con Cristo mondo. Il cristiano è l’adoratore del Crocifisso che sa dare solo la Croce ai suoi seguaci. Dona una Croce da portare con amore, abbracciare con amore, non da subire, non da portare a malincuore, non da togliere dalle proprie spalle. È questo oggi il grave pericolo del cristianesimo: farsi discepolo di Gesù senza Croce, senza essere Crocifissi alla propria verità. Creare una religione cristiana senza il Crocifisso e senza il dono della Croce è la tentazione di sempre. Gesù nell’Orto degli Ulivi ha subìto proprio questa tentazione: vivere una religione, creare una religione senza la Croce, senza il Crocifisso. Il cristiano è sempre nell’Orto degli Ulivi, perché perennemente anche lui tentato per costruirsi una religione, una fede, una verità che si libera dalla Croce e dalla propria crocifissione.

Oggi questa tentazione si sta fortemente acuendo. Satana ha deciso di sferrare un colpo durissimo  alla Chiesa di Dio una, santa, cattolica, apostolica. Ha deciso con ogni mezzo e in tutti i modi di entrare nel pensiero teologico di essa e attraverso sofisticate teorie di misericordia, amore, salvezza universale, abolizione della dannazione eterna, cancellazione dell’inferno, alterazione della verità dei sacramenti, a iniziare dal Battesimo, sta portando i discepoli di Gesù a costruirsi una religione senza Croce, senza più obbligo e obbedienza alla loro verità di discepoli del Crocifisso. Posiamo ben dire che ormai molti pensieri, anche di responsabili della verità nella Chiesa, sono stati conquistati. Satana ancora però non è soddisfatto e con altre sue diaboliche artificiose teorie punta a che tutti si adeguino al suo pensiero: fare una religione senza Croce, una fede senza Verità, un cristiano che scende dalla Croce, un discepolo che si adegua al pensiero secondo il mondo. È questo il suo fine e in parte lo ha raggiunto.

In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

Gesù è la verità del discepolo e Lui è il Crocifisso. Se il cristiano scende dalla Croce sulla quale viene crocifisso dalla sua verità, smette di essere suo discepolo. Non essendo più suo discepolo, non è più punto di contrasto con il mondo. Può essere mondo con il mondo. Solo la Croce per la verità distingue chi è di Cristo e chi non gli appartiene. Cristo Gesù ha scelto di rimanere il Crocifisso in eterno. Alcuni fondatori di religione sono crocifissori, non Crocifissi. Mai il cristiano potrà essere crocifissore. Non lo è, se rimane in eterno Crocifisso come il suo Maestro. O Crocifisso o crocifissore.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci essere crocifissi in Cristo.