vangelo del giorno

18 MARZO (Mt 23,1-12)


Un buon maestro non è colui che dice solamente. È un ottimo, eccellente maestro colui che prima di insegnare con la parola, mostra con le opere la sua bravura, capacità, professionalità. Questa regola va elevata al sommo della sua perfezione quando si tratta di insegnamento morale. Un maestro di morale deve condurre una vita ineccepibile, deve essere santo non solo in ogni sua opera, ma anche in ogni sua parola, desiderio, progetto di vita, manifestazione della sua volontà. In lui vi deve essere assenza di ogni ipocrisia, finzione, maschera, superficialità. Dovrà essere imitato in ogni cosa, persino nel modo di respirare. Nulla deve essere non imitabile. Un giorno San Pietro divenne non imitabile. San Paolo si oppose a lui con fermezza.

Da parte dunque delle persone più autorevoli – quali fossero allora non m’interessa, perché Dio non guarda in faccia ad alcuno – quelle persone autorevoli a me non imposero nulla. Anzi, visto che a me era stato affidato il Vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi – poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per le genti – e riconoscendo la grazia a me data, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perché noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi. Ci pregarono soltanto di ricordarci dei poveri, ed è quello che mi sono preoccupato di fare.

Ma quando Cefa venne ad Antiòchia, mi opposi a lui a viso aperto perché aveva torto. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma, dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, tanto che pure Bàrnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia. Ma quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del Vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?» (Gal 2,6-14).

La Chiesa ha bisogno perennemente della forza di Paolo dinanzi ad ogni fratello che non diviene imitabile della moralità secondo il Vangelo. Questa forza viene dallo Spirito Santo e solo da Lui. È Lui che unisce in noi sapienza e forza, intelligenza e grande prudenza nel ricordare ad ogni fratello le esigenze del Vangelo. Possiamo aiutarci se ci sentiamo veri fratelli, tutti discepoli del Signore. Se l’altro non è mio fratello, perché lui è sopra di me ed io inferiore a lui, mai avverrà la correzione fraterna e mai il Vangelo brillerà in tutta la sua vera luce. Sarà offuscato dal nostro cattivo esempio. 

Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.

Uno è Padre, ma sempre fratello. È Maestro, ma come fratello tra i fratelli. È Guida, come colui che è posto innanzi agli altri per indicare la via da seguire. La guida dovrebbe essere come lo sminatore di mine antiuomo. I pericoli per il nostro spirito sono ben celati da Satana sul nostro cammino. La guida mette lui prima il piede sul terreno sicuro e poi indica a quanti seguono di fare altrettanto. Guida non è colui che dice come si mette il piede sul terreno minato, ma colui che lo poggia prima di ogni altro e segna il luogo sicuro su cui poggiarlo. Queste guide vuole Gesù nella sua Chiesa. Altre guide non gli servono. Non sono bravi sminatori. Mandano in rovina il popolo del Signore, perché incapaci di mostrare come si procede sulla giusta via. Questa regola vale anche per i padri e maestri. 

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vere guide dei fratelli.

Chi si umilierà sarà esaltato