COME FOSSE IL BAGAGLIO DI UN ESULE

GIOVEDÌ 13 AGOSTO (Ez 12,1-12)

A volte la vita stessa dei profeti diviene profezia. Osea, sposando per comando del Signore una prostituta, diviene segno visibile dell’amore sempre tradito e umiliato del popolo verso il suo Dio e Signore: “Parola del Signore rivolta a Osea, figlio di Beerì, al tempo di Ozia, di Iotam, di Acaz, di Ezechia, re di Giuda, e al tempo di Geroboamo, figlio di Ioas, re d’Israele. Quando il Signore cominciò a parlare a Osea, gli disse: «Va’, prenditi in moglie una prostituta, genera figli di prostituzione, poiché il paese non fa che prostituirsi allontanandosi dal Signore». Egli andò a prendere Gomer, figlia di Diblàim: ella concepì e gli partorì un figlio. E il Signore disse a Osea: «Chiamalo Izreèl, perché tra poco punirò la casa di Ieu per il sangue sparso a Izreèl e porrò fine al regno della casa d’Israele. In quel giorno io spezzerò l’arco d’Israele nella valle di Izreèl». La donna concepì di nuovo e partorì una figlia e il Signore disse a Osea: «Chiamala Non-amata, perché non amerò più la casa d’Israele, non li perdonerò più. Invece io amerò la casa di Giuda e li salverò nel Signore, loro Dio; non li salverò con l’arco, con la spada, con la guerra, né con cavalli o cavalieri». Quando ebbe svezzato Non-amata, Gomer concepì e partorì un figlio. E il Signore disse a Osea: «Chiamalo Non-popolo-mio, perché voi non siete popolo mio e io per voi non sono “(Os 1,1-9). Vedendo Osea, il popolo vede il suo Signore. Anche il Signore ama una sposa infedele. Dio è sposo per Israele. Israele però non è sposa per il suo Signore. Esso insegue i suoi amanti, cioè i suoi molteplici idoli. “Io sono lo sposo, ma non per loro”. “Per voi io non sono”. Anche Ezechiele è un segno per il popolo del Signore. È segno di un esilio già imminente. Ancora un poco e il suo popolo prenderà la via dell’esilio verso Babilonia.

Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, tu abiti in mezzo a una genìa di ribelli, che hanno occhi per vedere e non vedono, hanno orecchi per udire e non odono, perché sono una genìa di ribelli. Tu, figlio dell’uomo, fatti un bagaglio da esule e di giorno, davanti ai loro occhi, prepàrati a emigrare; davanti ai loro occhi emigrerai dal luogo dove stai verso un altro luogo. Forse comprenderanno che sono una genìa di ribelli. Davanti ai loro occhi prepara di giorno il tuo bagaglio, come fosse il bagaglio di un esule. Davanti a loro uscirai però al tramonto, come partono gli esiliati. Fa’ alla loro presenza un’apertura nel muro ed esci di lì. Alla loro presenza mettiti il bagaglio sulle spalle ed esci nell’oscurità. Ti coprirai la faccia, in modo da non vedere il paese, perché io ho fatto di te un simbolo per gli Israeliti». Io feci come mi era stato comandato: preparai di giorno il mio bagaglio come quello di un esule e, sul tramonto, feci un foro nel muro con le mani. Uscii nell’oscurità e sotto i loro occhi mi misi il bagaglio sulle spalle. Al mattino mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, non ti ha chiesto la casa d’Israele, quella genìa di ribelli, che cosa stai facendo? Rispondi loro: Così dice il Signore Dio: Questo messaggio è per il principe di Gerusalemme e per tutta la casa d’Israele che vi abita. Tu dirai: Io sono un simbolo per voi. Quello che ho fatto io, sarà fatto a loro; saranno deportati e andranno in schiavitù. Il principe che è in mezzo a loro si caricherà il bagaglio sulle spalle, nell’oscurità, e uscirà per la breccia che verrà fatta nel muro per farlo partire; si coprirà il viso, per non vedere con gli occhi il paese».

Oggi è il cristiano che deve essere profezia vivente di Cristo Gesù. Come Cristo manifestava il Padre con la sua vita, così anche il cristiano deve manifestare Cristo Signore con la sua vita. Se manca la manifestazione visibile, se cioè il nostro corpo non è conforme al corpo di Cristo, la nostra bocca alla bocca di Cristo, il nostro cuore al cuore di Cristo, mai la parola potrà essere accolta come Parola di Cristo. Urge riflettere, meditare. Un cristiano che si intessa di immanenza, terra, idolatria, immoralità, mai potrà manifestare Cristo che è intessuto di verità, grazia, trascendenza, luce divina ed eterna, ogni altra realtà soprannaturale, di Spirito Santo, di somma e perfetta carità, divina ed eterna giustizia e santità. Oggi siamo tutti impegnati a costruire un cristianesimo umano, nel quale ogni peccato è giustificato e ogni imperfezione permessa. Questo cristianesimo stride con l’immagine che ci ha lasciato Cristo Gesù e con la sua Legge, che è vocazione alla perfetta elevazione morale e spirituale. Un cristianesimo umano e non divino, terreno e non celeste attesta che siamo caduti dalla vera fede in Cristo e nel Vangelo. Non siamo segno per il mondo.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni cristiano sia profezia per ogni altro uomo.