COME L’ARGILLA È NELLE MANI DEL VASAIO

GIOVEDÌ 30 LUGLIO (Ger 18,1-6)

L’uomo non è stato argilla nelle mani del suo Signore, Creatore, Dio. Sempre dovrà essere argilla e sempre da Lui dovrà essere formato e alimentato dall’alito della vita:
“Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c’era uomo che lavorasse il suolo, ma una polla d’acqua sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo. Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire»”
(Gen 2,5-7-16-17). L’uomo si alimenta dell’alito di Dio mangiando la sua Parola, obbedendo ad essa. Chi mangia la Parola, chi obbedisce ad essa, la trasforma in essa in potenza, fortezza, sapienza dello Spirito Santo, intelligenza e timore del Signore.

Il profeta Isaia così ricorda questa verità: “Guai a chi contende con chi lo ha plasmato, un vaso fra altri vasi d’argilla. Dirà forse la creta al vasaio: «Che cosa fai?» oppure: «La tua opera non ha manici»? Guai a chi dice a un padre: «Che cosa generi?» o a una donna: «Che cosa partorisci?». Così dice il Signore, il Santo d’Israele, che lo ha plasmato: «Volete interrogarmi sul futuro dei miei figli e darmi ordini sul lavoro delle mie mani? Io ho fatto la terra e su di essa ho creato l’uomo; io con le mani ho dispiegato i cieli e do ordini a tutto il loro esercito. Io l’ho suscitato per la giustizia; spianerò tutte le sue vie.  Egli ricostruirà la mia città e rimanderà i miei deportati, non per denaro e non per regali», dice il Signore degli eserciti” (Is 45,9-13). Il Signore dichiara di essere il solo Signore del cielo e della terra. Tutto l’universo, tutti gli uomini sono come argilla nelle sue mani. Tutto quanto vuole, Lui lo opera sulla terra e nei cieli.

Se il popolo vuole essere fatto dal suo Dio, deve chiederglielo con cuore pentito e umiliato: “Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia e si ricordano delle tue vie. Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli. Siamo divenuti tutti come una cosa impura, e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia; tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento. Nessuno invocava il tuo nome, nessuno si risvegliava per stringersi a te; perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto, ci avevi messo in balìa della nostra iniquità. Ma, Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani. Signore, non adirarti fino all’estremo, non ricordarti per sempre dell’iniquità. Ecco, guarda: tutti siamo tuo popolo. Le tue città sante sono un deserto, un deserto è diventata Sion, Gerusalemme una desolazione. Il nostro tempio, santo e magnifico, dove i nostri padri ti hanno lodato, è divenuto preda del fuoco; tutte le nostre cose preziose sono distrutte. Dopo tutto questo, resterai ancora insensibile, o Signore, tacerai e ci umilierai fino all’estremo?” (Is 64,4-11). La vita è tutta nella mani di Dio. Vive chi si lascia inondare di vita da Lui.

Questa parola fu rivolta dal Signore a Geremia: «Àlzati e scendi nella bottega del vasaio; là ti farò udire la mia parola». Scesi nella bottega del vasaio, ed ecco, egli stava lavorando al tornio. Ora, se si guastava il vaso che stava modellando, come capita con la creta in mano al vasaio, egli riprovava di nuovo e ne faceva un altro, come ai suoi occhi pareva giusto. Allora mi fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Forse non potrei agire con voi, casa d’Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco, come l’argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa d’Israele».

Come la creta mai chiede ragioni al vasaio – questi è il signore di essa – così nessun uomo potrà mai chiedere ragioni a Dio di ciò che fa. Dinanzi al Signore ci si deve solo prostrare in adorazione e contemplare la sua divina sapienza e intelligenza, che è infinitamente la nostra mente e il nostro cuore. Spesso l’uomo però vorrebbe essere superiore al suo Dio e Signore ed entra in una mormorazione senza fine.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci veri adoratori del nostro Dio e Signore.