vangelo del giorno

Cominciò a lavare i piedi dei discepoli

28 MARZO (Gv 13,1-15)

Gesù chiude la sua vita terrena nel Cenacolo, rivelando ai suoi discepoli il segreto di tutta la sua vita pubblica. Essa è tutta racchiusa in un gesto: la lavanda dei piedi. In questa opera Gesù manifesta l’essenza della vera religione. Questa essenza ha un solo nome: carità, amore, pietà, compassione, misericordia, aiuto.

Quello di Gesù non è però il gesto di un uomo. È l’opera di Dio. Dio, che per amore aveva creato tutto l’universo visibile e invisibile, materiale e spirituale, angeli, uomini, animali, piante ed ogni altro essere, ora vede che il suo stupendo universo è macchiato, insudiciato, reso irriconoscibile dal peccato della creatura che Lui aveva fatto a sua immagine e somiglianza e anche dal peccato dell’altra creatura, quella fatta da Lui di puro spirito. Questo stupendo dipinto divino nessuna creatura lo potrà riportare alla bellezza della sua prima origine, se non Lui solo.

Ecco cosa fa Dio, il Creatore. Si sveste della sua onnipotenza, signoria, divinità, indossa le vesti di un umile servo e inizia a ricomporre, ricostruire, rifare, lavare e rinnovare la sua creatura. Dio, lui stesso, lava e purifica, rinnova e santifica la sua opera. Così agendo, insegna ai suoi discepoli cosa essi dovranno fare fino alla consumazione del tempo: essere i ricostruttori della sua creatura, divenire i rinnovatori del cuore dell’uomo, gli illuminatori della sua coscienza, i purificatori del suo spirito, i santificatori della sua anima, attraverso un lavoro di vero servizio, i guaritori del suo corpo. Tutto l’uomo, in ogni sua parte, deve essere nuovamente impastato da essi per dargli nuova forma, nuovo alito di vita, nuova essenza, nuova verità.

Essi non potranno fare questo se non da uomini rinnovati, santificati, elevati, immersi costantemente in Dio. Da Dio dovranno attingere ogni forza, ogni grazia, ogni verità, ogni perizia in questa scienza ed arte del rinnovamento che è solo divina, mai umana. È questa la stoltezza di molti uomini di Chiesa: essi lavano i piedi, ma non il cuore, curano il corpo, ma non l’anima, sanano le ferite esteriori, ma non quelle interiori. Gesù invece lava i piedi come segno, visibilità della lavanda dell’anima, dello spirito, della coscienza, della mente, della volontà, di ogni altra facoltà interiore.

Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.

Ora i discepoli sanno cosa fare. Devono essere i restauratori dell’opera di Dio rovinata dal peccato, inquinata dalla malvagità, sconquassata dalla cattiveria, dilaniata dalla stoltezza ed insipienza, deturpato dall’idolatria. Il loro è un lavoro perenne. Dura per tutti i giorni della loro vita. Ogni giorno si presenteranno dinanzi molti uomini lacerati e loro dovranno rimetterli a nuovo, come se uscissero oggi stesso dalle mani dell’Onnipotente Creatore. Anzi, dovranno rifarli in un modo ancora più grande, più mirabile, più santo. È questo il ministero apostolico, presbiterale, cristiano.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci questa scienza.