Consegnò Gesù al loro volere

La vita di Gesù è il perfetto compimento della profezia del Vecchio Simeone: “Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori»” (Lc 2,25-35). Dinanzi a Gesù si rivela ogni cuore. Quanto è in esso viene fuori. Nulla rimane nascosto e nulla velato. Neanche l’ipocrisia più sofisticata è riuscita a nascondere l’abisso del cuore umano.

Capi dei sacerdoti e autorità del popolo manifestano il loro odio verso Gesù. Essi affermano il diritto non fondato sulla legge, sulla storia, sul dato oggettivo delle cose, ma sulla loro volontà. Essi hanno dichiarato che Gesù debba morire. La loro volontà è legge, diritto, verità della stessa storia di Gesù. Che nessuno si meravigli. Nessuno condannai questi uomini. Noi li abbiamo abbondantemente superati e di molto. Oggi tutto è dalla volontà dell’uomo. La nostra volontà dice il bene e il male, il giusto e l’ingiusto, il vero e il falso. Anche i crimini più orrendi oggi dalla volontà sono stati, vengono dichiarati diritti. Anche la distruzione della natura umana, nella differenza di genere, è un diritto dell’uomo. Nessun dato naturale o realtà storica ha un valore in sé. È la volontà che di volta in volta dona a tutto l’esistente la sua verità. Nel campo religioso si verifica la stessa cosa. Non è la Parola del Signore portatrice di una verità divina, eterna, assoluta. Siamo noi che diamo alla “verità della Parola eterna” la sua verità. Gliela diamo secondo quelli che sono i nostri desideri. Anche il Dio eterno, la sua verità eterna, oggi sono sottoposti a questo processo di demolizione e di distruzione. Anche la Chiesa, i suoi sacramenti, le sue strutture, i suoi ministeri sacri, sono sottoposti a questa opera di abbattimento della loro verità soprannaturale ed eterna. È vero ciò che noi vogliamo che sia vero e secondo la verità che noi vogliamo che la cosa riceva. Se domani la cosa dovrà ricevere un’altra verità, la nostra volontà è lì pronta a stabilire quale nuova verità la cosa dovrà assumere. L’uomo così non è più il “creato” dalla Verità Divina Eterna. È lui che si è fatto il creatore di ogni verità. Capi dei sacerdoti e autorità del popolo hanno deciso che la verità di Cristo sia la crocifissione e crocifissione dovrà essere. Pilato potrà addurre ogni verità storica. La verità di volontà dovrà trionfare. Così vogliono, cos decidono, così sarà.

Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere (Lc 23,13-25).

La folla è sempre stata senza pensiero e sempre lo sarà. Gli uomini di potere questo lo sanno. Sanno anche come usare la folla per il raggiungimento della loro verità di volontà. Oggi vi sono studi approfonditi, vi è un esercito di psicologi e sociologi a servizio delle autorità che studiano gli umori delle folle al fine di orientare i loro discorsi secondo l’andamento del momento. Anche tra le stesse autorità, non vi è un dialogo per la ricerca della verità, ma è l’esperto di turno che suggerisce quale parola usare per aver un impatto maggiore sulle folle. Vi sono tutte quelle tecniche di mercato di cui ci si serve per vendere la propria verità di volontà. Tutte però si fondano sugli umori della folla. Se gli umori non esistono, essi sanno come crearli. Il fine è uno solo: poiché la folla serve per far valere ogni verità di volontà, ogni mezzo viene impiegato perché si ottenga il consenso di essa. È questo un procedimento diabolico, satanico. Pilato decide che un’azione di forza per difendere la giustizia di Cristo Signore in questo momento non sia opportuna. L’opportunità non è morale, ma politica. È questo il suo peccato. Gli interessi dell’Impero vengono prima della giustizia di un uomo. Lui è ingiusto per ragion di Stato.