vangelo del giorno

Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata

8 LUGLIO (Mt 9,18-26)

Come lo Spirito Santo governa la fede nel cuore degli uomini è un vero mistero. Una cosa però è certa, sicura: ogni uomo possiede un modo personalissimo, unico, singolare di vivere la sua fede, sia essa perfetta, imperfetta, appena abbozzata. La vita secondo la fede non è pertanto opera della sola persona, è opera insieme della persona e dello Spirito Santo. Senza lo Spirito Santo dentro la persona la fede è morta, manca del suo cuore, del suo sangue, della sua luce, della sua verità.

Giàiro è uno dei capi dei Giudei. Sua figlia è appena morta. Viene da Gesù e chiede per essa la risurrezione. Tu verrai, imporrai le mani ed ella vivrà. Questa è la fede di Giàiro. Lui crede che Gesù può dare vita ad un corpo morto. Può far ritornare l’anima in sua figlia. Questa fede è lo Spirito Santo a metterla nel suo cuore. Di certo Giàiro aveva sentito parlare di Gesù. Lo vedeva persona onnipotente. Aveva anche la conoscenza delle Scritture. Sapeva che Elia ed Eliseo, veri profeti del Dio vivente, avevano risuscitato alcuni bambini. L’applicazione della verità storica, scritturistica al caso specifico e la trasformazione della storia e della Scrittura in fede avviene solo per opera dello Spirito Santo. Solo Lui è il Creatore della fede in un cuore. Certo, si serve della storia e della Scrittura, ma non sono queste la via della fede.

Lo Spirito Santo è lo Scrittore, il Trasformatore, l’Illuminatore, il Creatore, il Verificatore, l’Aggiornatore, lo Stimolatore della vera fede in ogni cuore. È Lui che deve essere sempre invocato perché svolga la sua opera senza interruzione in tutti i cuori. Senza di Lui nessun cuore mai si aprirà alla fede. Manca in esso il germe vitale. Un cuore senza lo Spirito Santo è in tutto simile ad un uovo non fecondato. Può stare anche mesi e mesi sotto la chioccia, mai però spunterà da esso la nuova vita. Gli manca il germe della vita. Chi vuole operare perché la fede scaturisca e si formi in un cuore, maturi e raggiunga la sua perfezione, deve essere pieno di Spirito Santo.

Mentre diceva loro queste cose, giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.

La donna che da dodici anni perde sangue e per la cui malattia non vi è alcun rimedio umano, anch’essa vive con Gesù e verso di Lui una fede personalissima, anche questa frutto dello Spirito Santo nel suo cuore. Questa donna vive una fede nascosta, invisibile, silenziosa. Se però è giusto il nascondimento della fede prima del miracolo, non lo è dopo il miracolo per motivi di riconoscenza, ringraziamento, lode per colui che il miracolo ha fatto. La donna è obbligata a vivere le esigenze della fede. Per ogni frutto di essa si deve ringraziare e benedire il Signore a voce alta.

I flautisti assieme alla folla in agitazione deridono Gesù. Essi vivono un rapporto di non fede. Non conoscono Gesù. Pensano che sia persona che non sa distinguere una persona che è morta da chi è ancora in vita. I flautisti in modo particolare erano persone esperte di morte. Essi erano come gli avvoltoi. Dove vi era un cadavere da seppellire, erano sempre presenti. Sono esperti di morte, non però di vita. Gesù è esperto di vita, perché Lui è il Signore di ogni vita. Lui la vita la dona, creandola, facendola ritornare anche in un corpo che ne è privo. Questa conoscenza loro non la possiedono di Gesù. Anche la derisione fa parte del processo della fede, purché rimanga a prima del miracolo. Se continua dopo il miracolo, allora non si tratta più del processo verso la fede, ma di incredulità colpevole.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci pieni di Spirito Santo.