vangelo del giorno

Darai la tua vita per me?

15 APRILE (Gv 13,21-33.36-38)


Ci sono diverse modalità o principi ermeneutici per leggere il rinnegamento di Pietro. La passione di Gesù dovrà essere perfetta in ogni dolore. Essa non dovrà essere solamente fisica, ma anche morale. Dovrà essere trafitto il corpo di Gesù, ma anche lo spirito e l’anima. Tutto in Lui dovrà essere attraversato dai chiodi del dolore fisico e spirituale. I chiodi spirituali sono più dolorosi di quelli di metallo fuso. La passione di Gesù non sarebbe stata completa se non vi fosse stato il rinnegamento di Pietro. Giuda lo aveva tradito. Da amico era diventato suo nemico. Pietro invece è rimasto amico di Gesù sino alla fine. Anche nell’ora della passione era con lui. Lo seguiva da lontano. Entrò anche nel cortile del sommo sacerdote. Avrebbe voluto assistere al processo, o almeno ascoltare all’istante l’esito di quella farsa messa in scena. Il Salmo profetizza che si sarebbero allontanati dal Messia del Signore amici e conoscenti. 

Signore, Dio della mia salvezza, davanti a te grido giorno e notte. Giunga fino a te la mia preghiera, tendi l’orecchio alla mia supplica. Io sono sazio di sventure, la mia vita è sull’orlo degli inferi. Sono annoverato fra quelli che scendono nella fossa, sono come un uomo ormai senza forze. Sono libero, ma tra i morti, come gli uccisi stesi nel sepolcro, dei quali non conservi più il ricordo, recisi dalla tua mano. Mi hai gettato nella fossa più profonda, negli abissi tenebrosi. Pesa su di me il tuo furore e mi opprimi con tutti i tuoi flutti. Hai allontanato da me i miei compagni, mi hai reso per loro un orrore. Sono prigioniero senza scampo, si consumano i miei occhi nel patire. Tutto il giorno ti chiamo, Signore, verso di te protendo le mie mani. Compi forse prodigi per i morti? O si alzano le ombre a darti lode? Si narra forse la tua bontà nel sepolcro, la tua fedeltà nel regno della morte? Si conoscono forse nelle tenebre i tuoi prodigi, la tua giustizia nella terra dell’oblio? Ma io, Signore, a te grido aiuto e al mattino viene incontro a te la mia preghiera. Perché, Signore, mi respingi? Perché mi nascondi il tuo volto? Sin dall’infanzia sono povero e vicino alla morte, sfinito sotto il peso dei tuoi terrori. Sopra di me è passata la tua collera, i tuoi spaventi mi hanno annientato, mi circondano come acqua tutto il giorno, tutti insieme mi avvolgono. Hai allontanato da me amici e conoscenti, mi fanno compagnia soltanto le tenebre (Sal 88 (87) 1-19). 

Questa profezia del Salmo va seriamente considerata. Su di essa occorre meditare, riflettere. Quanto è detto di Gesù, vale per ogni altro uomo di Dio. Poiché la redenzione si compie nella grande sofferenza, questa deve essere perfetta, completa in ogni sua parte: anima, spirito, corpo. Deve essere inflitta da amici e nemici, da conoscenti ed estranei, dalla Chiesa e dal mondo, da credenti e non credenti, da pii e atei. Sapendo questo l’uomo di Dio prepara il suo cuore al grande dolore, dal quale però scaturisce la redenzione dei suoi fratelli. Anche i suoi fratelli vanno da lui redenti, salvati, condotti nella casa del Padre. Pietro oggi è salvato da Gesù. L’amico salva l’amico. Gesù è il Salvatore di tutti, perché tutti hanno bisogno del suo dolore. 

Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.

Nel tradimento di Pietro Gesù ci insegna un’altra altissima verità. L’amico può tradire e rinnegare l’amico. L’amico tradito e rinnegato mai dovrà abbandonare colui che gli ha fatto male. Lui è chiamato ad essere il Salvatore, il Redentore. È chiamato a rimanere amico per sempre. In questo Gesù attesta di essere dal Padre, nel Padre, per il Padre, con il Padre. Chi è il Padre? Colui che sempre salva l’amico che è divenuto suo nemico. È Colui che è pronto sempre al perdono e alla più grande misericordia, con gesti prevenienti e non solo susseguenti la richiesta di perdono. Gesù ha già perdonato Pietro, lo ha già accolto nel suo cuore. Lo ha già reintegrato nella sua missione. Lui è l’Amico fedele che mai viene meno. Su di Lui si può contare. Il suo amore è lì, sempre. 

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vivere questa verità.