vangelo del giorno

E Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì

24 GENNAIO (Mc 3,13-19)


Dio sceglie sempre per fare di un uomo uno strumento santo della sua verità e carità. Sceglie per fare di una persona una vera via di salvezza per tutta l’umanità. Al dono di Dio l’uomo però deve sempre rispondere con la sua perfetta obbedienza alla sua voce. Deve abbandonare il suo cuore e lavorare partendo sempre dal cuore di Dio. Se si allontana dalla divina volontà, ben presto si inoltrerà su sentieri di peccato e a Dio non serve più. Serve al male, ma non al bene, alla morte, non alla vita. È quanto è avvenuto con Saul, scelto da Dio per guidare il suo popolo, ma ben presto si allontanò dai sentieri dell’obbedienza e dell’ascolto per finire miseramente la sua vita suicida sul monte Gelboe, mentre era in battaglia contro i Filistei. La storia di questo re è altamente drammatica. Essa rivela la grande miseria spirituale di chi è senza Dio. 

Allora fu rivolta a Samuele questa parola del Signore: «Mi pento di aver fatto regnare Saul, perché si è allontanato da me e non ha rispettato la mia parola». Samuele si adirò e alzò grida al Signore tutta la notte. Al mattino presto Samuele si alzò per andare incontro a Saul, ma fu annunciato a Samuele: «Saul è andato a Carmel, ed ecco si è fatto costruire un trofeo, poi è tornato passando altrove ed è sceso a Gàlgala». Samuele raggiunse Saul e Saul gli disse: «Benedetto tu sia dal Signore; ho eseguito gli ordini del Signore». Rispose Samuele: «Ma che è questo belar di pecore che mi giunge all’orecchio, e questi muggiti d’armento che odo?». Disse Saul: «Li hanno condotti qui dagli Amaleciti, come il meglio del bestiame grosso e minuto, che il popolo ha risparmiato per sacrificarli al Signore, tuo Dio. Il resto l’abbiamo votato allo sterminio».

Rispose Samuele a Saul: «Lascia che ti annunci ciò che il Signore mi ha detto questa notte». E Saul gli disse: «Parla!». Samuele continuò: «Non sei tu capo delle tribù d’Israele, benché piccolo ai tuoi stessi occhi? Il Signore non ti ha forse unto re d’Israele? Il Signore ti aveva mandato per una spedizione e aveva detto: “Va’, vota allo sterminio quei peccatori di Amaleciti, combattili finché non li avrai distrutti”. Perché dunque non hai ascoltato la voce del Signore e ti sei attaccato al bottino e hai fatto il male agli occhi del Signore?». Saul insisté con Samuele: «Ma io ho obbedito alla parola del Signore, ho fatto la spedizione che il Signore mi ha ordinato, ho condotto Agag, re di Amalèk, e ho sterminato gli Amaleciti. Il popolo poi ha preso dal bottino bestiame minuto e grosso, primizie di ciò che è votato allo sterminio, per sacrificare al Signore, tuo Dio, a Gàlgala». Samuele esclamò: «Il Signore gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l’obbedienza alla voce del Signore? Ecco, obbedire è meglio del sacrificio, essere docili è meglio del grasso degli arieti. Sì, peccato di divinazione è la ribellione, e colpa e terafìm l’ostinazione. Poiché hai rigettato la parola del Signore, egli ti ha rigettato come re». Saul disse allora a Samuele: «Ho peccato per avere trasgredito il comando del Signore e i tuoi ordini, mentre ho temuto il popolo e ho ascoltato la sua voce. Ma ora, perdona il mio peccato e ritorna con me, perché possa prostrarmi al Signore». Ma Samuele rispose a Saul: «Non posso ritornare con te, perché tu stesso hai rigettato la parola del Signore e il Signore ti ha rigettato, perché tu non sia più re sopra Israele». Samuele si voltò per andarsene, ma Saul gli afferrò un lembo del mantello, che si strappò. Samuele gli disse: «Oggi il Signore ha strappato da te il regno d’Israele e l’ha dato a un altro migliore di te. D’altra parte colui che è la gloria d’Israele non mentisce né può pentirsi, perché egli non è uomo per pentirsi». Saul disse: «Ho peccato, ma onorami ora davanti agli anziani del mio popolo e davanti a Israele; ritorna con me perché mi possa prostrare al Signore, tuo Dio». Samuele ritornò con Saul e questi si prostrò al Signore (1Sam 15,10-31). 

Gesù sceglie gli Apostoli. Sceglie anche Giuda e nel momento della scelta, viene affermata anche la realtà storica del suo tradimento. Gesù non ha scelto Giuda per essere da lui tradito, ma per essere da lui fatto conoscere al mondo intero nel suo mistero di salvezza e di redenzione, di verità e carità, di unica e sola luce vera. Lui però non camminò nella vera luce, si lasciò tentare dalle tenebre e finì in esse.

Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la perseveranza finale.