E LA VERSÒ SULLA TESTA DI SAUL

SABATO 18 GENNAIO (1Sam 9,1-4.10.17-19; 10,1)

Percorrendo vie misteriose, inimmaginabili ad ogni mente creata, il Signore sceglie Saul come suo primo re. Mentre negli altri popoli il re aveva un potere assoluto – lui era la legge del suo popolo – con Dio il re ha un potere subordinato. Deve ogni obbedienza al suo Dio e al profeta che gli rivela la volontà di Dio momento per momento. Il re d’Israele è vero re, ma non è re uguale ai re di ogni altro popolo. Dio sceglie il re. Chi lo consacra è Samuele. Il profeta al quale il re deve ogni obbedienza come a Dio, perché sua voce e sua Parola, è Samuele. Dio parla a Samuele e non al re. Al re Dio parla per mezzo dei suoi profeti. Gli parla anche per mezzo della Legge. Ecco quanto prescriveva una norma del Deuteronomio: “Quando sarai entrato nella terra che il Signore, tuo Dio, sta per darti e ne avrai preso possesso e l’abiterai, se dirai: “Voglio costituire sopra di me un re come tutte le nazioni che mi stanno intorno”, dovrai costituire sopra di te come re colui che il Signore, tuo Dio, avrà scelto. Costituirai sopra di te come re uno dei tuoi fratelli; non potrai costituire su di te uno straniero che non sia tuo fratello. Ma egli non dovrà procurarsi un gran numero di cavalli né far tornare il popolo in Egitto per procurarsi un gran numero di cavalli, perché il Signore vi ha detto: “Non tornerete più indietro per quella via!”. Non dovrà avere un gran numero di mogli, perché il suo cuore non si smarrisca; non abbia grande quantità di argento e di oro. Quando si insedierà sul trono regale, scriverà per suo uso in un libro una copia di questa legge, secondo l’esemplare dei sacerdoti leviti. Essa sarà con lui ed egli la leggerà tutti i giorni della sua vita, per imparare a temere il Signore, suo Dio, e a osservare tutte le parole di questa legge e di questi statuti, affinché il suo cuore non si insuperbisca verso i suoi fratelli ed egli non si allontani da questi comandi, né a destra né a sinistra, e prolunghi così i giorni del suo regno, lui e i suoi figli, in mezzo a Israele” (Dt 17,14-20). La consacrazione non rendeva il re autonomo, libero da Dio. Lo costituiva invece legato ad una duplice obbedienza: alla Legge e al profeta. Questa duplice obbedienza vige oggi anche nella Chiesa. Ogni ministro della Parola, che governa il popolo nel nome del Signore, deve ogni obbedienza al Vangelo e allo Spirito Santo, che si può manifestare in modo diretto e anche indiretto.

C’era un uomo della tribù di Beniamino, chiamato Kis, figlio di Abièl, figlio di Seror, figlio di Becoràt, figlio di Afìach, un Beniaminita, uomo di valore. Costui aveva un figlio chiamato Saul, prestante e bello: non c’era nessuno più bello di lui tra gli Israeliti; superava dalla spalla in su chiunque altro del popolo. Ora le asine di Kis, padre di Saul, si smarrirono, e Kis disse al figlio Saul: «Su, prendi con te uno dei domestici e parti subito in cerca delle asine». Attraversarono le montagne di Èfraim, passarono al territorio di Salisà, ma non le trovarono. Si recarono allora nel territorio di Saalìm, ma non c’erano; poi percorsero il territorio di Beniamino e non le trovarono. Quando Samuele vide Saul, il Signore gli confermò: «Ecco l’uomo di cui ti ho parlato: costui reggerà il mio popolo». Saul si accostò a Samuele in mezzo alla porta e gli chiese: «Indicami per favore la casa del veggente». Samuele rispose a Saul: «Sono io il veggente. Precedimi su, all’altura. Oggi voi due mangerete con me. Ti congederò domani mattina e ti darò indicazioni su tutto ciò che hai in mente. Di buon mattino, al sorgere dell’aurora, Samuele prese l’ampolla dell’olio e la versò sulla testa di Saul.

Cristo Gesù, il Signore dei signori e il Principe dei re della terra, anche Lui era legato alla doppia obbedienza: al Padre e allo Spirito Santo, alla Parola e alla Verità. Nella Chiesa anche il Papa, i vescovi, i presbiteri, i diaconi, i battezzati, i cresimati sono legati ognuno ad una particolare obbedienza. Il Papa deve obbedienza alla fede della Chiesa e allo Spirito Santo. I Vescovi devono obbedienza per la fede al papa e allo Spirito Santo. I presbiteri e i diaconi in ordine al loro ministero devono obbedienza al vescovo e allo Spirito Santo. Cresimati e battezzati devono obbedienza al presbitero di riferimento e allo Spirito Santo. Nessuno è autonomo. Nessuno può solo appellarsi allo Spirito Santo. Anche i profeti sono obbligati ad una duplice obbedienza: alla Chiesa e allo Spirito Santo. La Chiesa dona la Legge di Cristo, lo Spirito la verità attuale per viverla e osservarla con frutti di vita eterna. Quando non si vive la duplice obbedienza, si diviene come Saul: autonomi, indipendenti, senza Dio e senza lo Spirito.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che la nostra duplice obbedienza sia perfetta in noi.