vangelo del giorno

E nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione

15 MAGGIO (Gv 17,11b-19)

Gesù vive di coscienza retta, perfetta. Lui è perennemente illuminato dallo Spirito Santo e con la sua luce divina legge la sua vita trascorsa sulla nostra terra. Questa stessa coscienza, letta sempre sotto la potente luce dello Spirito di Dio, la troviamo anche in Paolo. È una coscienza che sa esaminarsi nei suoi doveri missionari.

Da Mileto mandò a chiamare a Èfeso gli anziani della Chiesa. Quando essi giunsero presso di lui, disse loro: «Voi sapete come mi sono comportato con voi per tutto questo tempo, fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia: ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e le prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei; non mi sono mai tirato indietro da ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi, in pubblico e nelle case, testimoniando a Giudei e Greci la conversione a Dio e la fede nel Signore nostro Gesù. Ed ecco, dunque, costretto dallo Spirito, io vado a Gerusalemme, senza sapere ciò che là mi accadrà. So soltanto che lo Spirito Santo, di città in città, mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni. Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di dare testimonianza al vangelo della grazia di Dio.

E ora, ecco, io so che non vedrete più il mio volto, voi tutti tra i quali sono passato annunciando il Regno. Per questo attesto solennemente oggi, davanti a voi, che io sono innocente del sangue di tutti, perché non mi sono sottratto al dovere di annunciarvi tutta la volontà di Dio. Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti come custodi per essere pastori della Chiesa di Dio, che si è acquistata con il sangue del proprio Figlio. Io so che dopo la mia partenza verranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a parlare di cose perverse, per attirare i discepoli dietro di sé. Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato, tra le lacrime, di ammonire ciascuno di voi. E ora vi affido a Dio e alla parola della sua grazia, che ha la potenza di edificare e di concedere l’eredità fra tutti quelli che da lui sono santificati. Non ho desiderato né argento né oro né il vestito di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!”». (At 20,17-35).

Cristo Gesù oggi presenta al Padre la sua coscienza missionaria, la sua responsabilità apostolica. Si esamina dinanzi al Padre sul compimento degli obblighi che gli erano stati affidati. La luce dello Spirito Santo gli attesta di essere senza alcuna colpa dinanzi alla perdizione di Giuda. Lui si è voluto perdere. Si è lasciato trascinare dal suo peccato. Ha seguito il suo cuore. Non ha voluto perseverare per avere la vita eterna.

Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità.

Gesù ci insegna che non vi sono solo doveri morali che riguardano la propria anima, ma anche doveri che sono finalizzati alla salvezza di quanti il Signore ci manda. Abbiamo responsabilità di ogni genere. C’è la responsabilità di salvezza del padre e della madre, dell’amico e dell’amica, del diacono, del presbitero, del vescovo, del cardinale, del papa. Non siamo responsabili solo della nostra anima, ma anche di ogni anima che il Signore ha posto nelle nostre mani. Se non partiamo da questa verità ed obbligo evangelico, rischiamo di vivere male la nostra vita, pensandola solo in funzione di noi stessi. Oggi questo è un errore che ci sta sommergendo. Viviamo come se non avessimo obblighi di salvezza per gli altri. Questa assenza di responsabilità attesta che siamo senza la luce dello Spirito Santo. Il buio etico è la nostra veste.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, rendeteci responsabili.