vangelo del giorno

E voi non avete voluto!

29 OTTOBRE (Lc 13,31-35)

Sempre il Signore apre una porta di salvezza per il suo popolo. Tutte le profezie sono un annunzio di grazia, invito alla conversione, esortazione a rientrare nel patto dell’Alleanza. Il cuore di Dio è carità, amore, misericordia, compassione, pietà, grazia. Quando il suo cuore nulla può più operare, solo allora vi è spazio per il giudizio. Mai inizia con il castigo. Esso è l’ultima sua opera. Lui sempre parte con l’amore.

Guai a quanti scendono in Egitto per cercare aiuto, e pongono la speranza nei cavalli, confidano nei carri perché numerosi e sulla cavalleria perché molto potente, senza guardare al Santo d’Israele e senza cercare il Signore. Eppure anch’egli è capace di mandare sciagure e non rinnega le sue parole. Egli si alzerà contro la razza dei malvagi e contro l’aiuto dei malfattori. L’Egiziano è un uomo e non un dio, i suoi cavalli sono carne e non spirito. Il Signore stenderà la sua mano: inciamperà chi porta aiuto e cadrà chi è aiutato, tutti insieme periranno. Poiché così mi ha parlato il Signore: «Come per la sua preda ruggisce il leone o il leoncello, quando gli si raduna contro tutta la schiera dei pastori, e non teme le loro grida né si preoccupa del loro chiasso, così scenderà il Signore degli eserciti per combattere sul monte Sion e sulla sua collina. Come uccelli che volano, così il Signore degli eserciti proteggerà Gerusalemme; egli la proteggerà ed essa sarà salvata, la risparmierà ed essa sarà liberata». Ritornate, Israeliti, a colui al quale vi siete profondamente ribellati. In quel giorno ognuno rigetterà i suoi idoli d’argento e i suoi idoli d’oro, lavoro delle vostre mani peccatrici. Cadrà l’Assiria sotto una spada che non è umana; una spada non umana la divorerà. Se essa sfugge alla spada, i suoi giovani guerrieri saranno ridotti in schiavitù. Essa abbandonerà per lo spavento la sua rocca e i suoi capi tremeranno per un’insegna. Oracolo del Signore che ha un fuoco a Sion e una fornace a Gerusalemme (Is 31,1-9).

Gesù oggi annunzia una grande verità al suo popolo. Tu, Gerusalemme, quando sarai circondata da eserciti che si addensano come cavallette dinanzi alle tue mura, non dire che il Signore ti ha abbandonato. Per la tua salvezza il Padre celeste ha mandato suo Figlio. È venuto per chiamarti a conversione il suo Verbo Eterno fattosi carne. Dio in persona si è presentato a te, invitandoti alla conversione, ad accogliere la sua Parola, ad entrare nel suo progetto di pace e tu non hai voluto. Ti sei chiusa nella tua stoltezza e insipienza, hai deciso di non convertirti, hai rinnegato il Signore, lo hai inchiodato su una croce. Se sei rasa al suolo, non ti lamentare con il tuo Dio. Lui ha fatto tutto. Tu hai respinto la sua misericordia, il suo perdono, la sua offerta di pace. La tua distruzione è frutto solo del tuo peccato e di nessun altro. Dio è innocente del tuo annientamento.

In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».

Tu, Gerusalemme, hai voluto prendere la tua vita nelle tue mani, hai voluto che il Signore abbandonasse a te la tua casa. L’affidasse alla tua sapienza, intelligenza, discernimento, forze. Riconosci che dinanzi al mondo non vali niente. Nulla eri prima di nulla. Nulla sarai senza di me. Questa verità deve confessare ogni uomo. Prima che Dio venisse nella nostra vita, eravamo nullità. Viene Lui e ci innalza. Ci dona forza, vigore, sapienza, intelligenza, ogni altro dono di grazia. Noi ci insuperbiamo. Pensiamo di essere da noi stessi. Rinneghiamo il Signore, lo abbandoniamo. Dio non può che abbandonarci a noi stessi. È la fine. Ritorniamo ad essere nullità. La nostra moderna società sta agendo sullo stile della Gerusalemme di allora. Ha deciso che tutto debba essere da se stessa. Quale sarà il risultato? Nullità era prima. Nullità diventerà. Non c’è futuro per chi rinnega il Signore. Per chi lascia Dio per essere da se stesso.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci rimanere sempre da Dio.