vangelo del giorno

Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!

19 GENNAIO (Gv 1,29-34)


Nell’Antico Testamento l’espiazione del peccato avveniva nella tenda del convegno, presso l’arca del Signore. Con il profeta Isaia il Signore costituisce un uomo espiatore nel suo corpo, attraverso la sua morte, di tutti i peccati del suo popolo. Con Ezechiele il profeta stesso è chiamato da Dio ad espiare il peccato di Gerusalemme. 

«Figlio dell’uomo, prendi una tavoletta d’argilla, mettila dinanzi a te, disegnaci sopra una città, Gerusalemme, e disponi intorno ad essa l’assedio: rizza torri, costruisci terrapieni, schiera gli accampamenti e colloca intorno gli arieti. Poi prendi una teglia di ferro e mettila come muro di ferro fra te e la città, e tieni fisso lo sguardo su di essa, che sarà assediata, anzi tu la assedierai! Questo sarà un segno per la casa d’Israele. Mettiti poi a giacere sul fianco sinistro e io ti carico delle iniquità d’Israele. Per il numero di giorni in cui giacerai su di esso, espierai le sue iniquità: io ho computato per te gli anni della sua espiazione come un numero di giorni. Espierai le iniquità della casa d’Israele per trecentonovanta giorni. Terminati questi, giacerai sul fianco destro ed espierai le iniquità di Giuda per quaranta giorni, computando un giorno per ogni anno. Terrai fisso lo sguardo contro il muro di Gerusalemme, terrai il braccio disteso e profeterai contro di essa. Ecco, ti ho cinto di funi, in modo che tu non potrai voltarti né da una parte né dall’altra, finché tu non abbia ultimato i giorni della tua reclusione.

Prendi intanto grano, orzo, fave, lenticchie, miglio e spelta, mettili in un recipiente e fattene del pane: ne mangerai durante tutti i giorni in cui tu rimarrai disteso sul fianco, cioè per trecentonovanta giorni. La razione che assumerai sarà del peso di venti sicli al giorno: la consumerai a ore stabilite. Anche l’acqua che berrai sarà razionata: un sesto di hin, a ore stabilite. Mangerai questo cibo fatto in forma di schiacciata d’orzo: la cuocerai sopra escrementi umani davanti ai loro occhi». Il Signore mi disse: «In tale maniera mangeranno i figli d’Israele il loro pane impuro in mezzo alle nazioni fra le quali li disperderò». Io esclamai: «Signore Dio, mai mi sono contaminato! Dall’infanzia fino ad ora mai ho mangiato carne di bestia morta o sbranata, né mai è entrato nella mia bocca cibo impuro». Egli mi rispose: «Ebbene, invece di escrementi umani ti concedo sterco di bue; lì sopra cuocerai il tuo pane». Poi soggiunse: «Figlio dell’uomo, ecco io tolgo a Gerusalemme la riserva del pane; mangeranno con angoscia il pane razionato e berranno in preda all’affanno l’acqua misurata. Mancando pane e acqua, languiranno tutti insieme e si consumeranno nelle loro iniquità (Ez 4,1-17). 
Con Cristo Gesù è il fratello che espia per il fratello, è l’uomo che redime l’uomo. Gesù è l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. In Cristo Gesù, con Lui e per Lui, tutto il suo corpo deve divenire Agnello di Dio che toglie il peccato dei suoi fratelli. L’evangelizzazione trova il suo compimento, la sua perfezione nell’espiazione quotidiana del peccato del mondo. Se il missionario non è anche vero espiatore del peccato dei suoi fratelli, la sua opera è vana, perché non dona compimento al mistero della redenzione, che è liberazione, asportazione, eliminazione del peccato, introduzione nella grazia e nella verità di Gesù Signore.

Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Ma può un peccatore espiare il peccato dei suoi fratelli? Può, ma prima deve essere lui senza peccato, essere lui pieno di Spirito Santo, essere lui vero Agnello di Dio. Ora la qualità del vero Agnello di Dio è il suo essere senza macchia, senza alcuna imperfezione, senza alcun difetto. Gesù è Agnello di Dio purissimo e santissimo. Il cristiano, se vuole vivere secondo verità la sua missione, deve anche lui essere puro e santo. La santità è esigenza dell’evangelizzazione e mai si potrà dare il Vangelo nella sua interezza dal peccato, dall’impurità, dalla cattiveria del cuore e della mente. Senza purezza interiore ed esteriore, i fratelli rimarranno nel peccato. Non c’è salvezza.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci puri di mente e di cuore.