Egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro

22 LUGLIO (Mc 6,30-34)

Gesù è l’uomo della compassione universale. Per tutti, sempre, ha un gesto d’amore. Dinanzi alle necessità spirituali e materiali della folla mai Lui si tira indietro. La sua è vera sapienza e intelligenza di Spirito Santo. Serve sempre tutti, senza far mancare mai nulla ad alcuno. Il Padre ha messo nel suo cuore tutta la sua divina compassione. Quanto il Padre faceva per Israele, Gesù lo fa per ogni persona, nessuno escluso.

Quando Israele era fanciullo, io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio. Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me; immolavano vittime ai Baal, agli idoli bruciavano incensi. A Èfraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. Non ritornerà al paese d’Egitto, ma Assur sarà il suo re, perché non hanno voluto convertirsi. La spada farà strage nelle loro città, spaccherà la spranga di difesa, l’annienterà al di là dei loro progetti. Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo. Come potrei abbandonarti, Èfraim, come consegnarti ad altri, Israele? Come potrei trattarti al pari di Adma, ridurti allo stato di Seboìm? Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione. Non darò sfogo all’ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Èfraim, perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te nella mia ira. Seguiranno il Signore ed egli ruggirà come un leone: quando ruggirà, accorreranno i suoi figli dall’occidente, accorreranno come uccelli dall’Egitto, come colombe dall’Assiria e li farò abitare nelle loro case. Oracolo del Signore. (Os 11,1-11).

Gli Apostoli tornano dalla prima missione. Sono stanchi ed hanno bisogno di un po’ di riposo. Gesù sa quali sono i limiti di un corpo, anche del più forte, e li rispetta. Lui sempre obbedisce alle leggi della natura. Se non vi fosse in Lui questa obbedienza alla verità dell’uomo, non potrebbe essere il nostro Maestro. Tutto Egli fa con sapienza e amore, intelligenza e sapienza, scienza divina ed umana perfette. Non ci si può riposare in mezzo alla folla. Questa ha le sue esigenze. Per questo è giusto andare in un luogo solitario, in disparte, lontano dalla gente sempre bisognosa di ogni cosa.

Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Gesù parte con i suoi discepoli. Lui però non è come il Levita e il Sacerdote che passano dinanzi all’uomo incappato nei briganti e lasciato mezzo morto sul ciglio della strada e non si fermano perché devono prestare a Dio il servizio del culto nel tempio di Gerusalemme. I discepoli, se vogliono, possono anche riposare senza di Lui. Lui lavora e i discepoli si riposano. Ci sono cose che devono fare i discepoli e cose che deve fare Gesù Signore. I discepoli devono riposarsi. Gesù deve andare incontro alla folla.

Dinanzi a Gesù vi è un esercito abbandonato a se stesso, sono tutti come pecore senza pastore. Lui non può abbandonare questa gente. È il pastore di ognuno di essi. Un pastore sempre deve sentire compassione per le sue pecore. Per esse deve anche rinunziare al riposo e al sonno. Non può la pecora soffrire e il pastore abbandonarla a se stessa, non prendersi cura di essa, lasciare che la malattia la consumi o che il lupo la sbrani a causa della sua negligenza. Gesù è divinamente diligente nel suo ministero. Per questo si avvicina alla folla e insegna loro molte cose. Insegna il Vangelo di Dio. Rivela la verità del Padre, comunica le regole per vivere di amore e di verità, apre le porte della speranza, indica il cammino verso la vera vita. Grande, divina, celeste è la compassione di Gesù. Da essa tutti dobbiamo imparare se vogliamo amare veramente.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci il vero amore. Vogliamo vivere tutta la compassione di Gesù per essere suoi testimoni.