Meditando la passione

L’umanità che s’innalza e si eleva sul legno della Croce, offrendo la propria miseria, la sofferenza, il dolore, le fatiche di un’esistenza avvolta dalla speranza.

Affidare al mistero della Croce la gioia, l’amore, la preghiera e ritrovare la vita, la forza per andare, per chiedere, per trovare. La stessa Croce che Gesù si è caricato sulle spalle, quella stessa croce su cui è stato inchiodato e ha donato il suo ultimo respiro. Ora l’uomo trova la sua salvezza, la redenzione e il perdono.

“Meditando la Passione” intende contemplare la via dolorosa: un cammino arduo e sofferto in cui si compiono patimenti per andare verso la morte.

L’uomo ne è partecipe, portando dentro sé luci e ombre, ma solo per l’ultima volta.
In questo andare la coscienza comincia a venir fuori, riflette, diviene meditativa e scuote; parla nel più profondo dell’essere e spoglia l’uomo da ogni forma di ipocrisia, di falsità e di errore.

Ai piedi della Croce tutto si trasforma:
“O Madre mia, conosci la mia fragilità, la mia stanchezza, il mio niente.
Al tuo Figlio Gesù, che mi scruta e mi conosce digli che lo amo… O Madre mia, Madre della Redenzione, portami con te sotto la Croce…”.

Una Croce di Risurrezione che l’uomo abbraccia per donare e amare, per rinnegare se stesso e camminare per andare… salvare… convertire, senza chiedere nulla.

Ho riflettuto molto su quest’opera: la passione di Cristo entra dentro e sconvolge.

Ogni scena descritta, la musicalità dei brani, i testi, i meditare hanno suscitato in me forti emozioni. Vivere in modo intenso le scene e rimanerne rapiti come entrare in un dipinto su tela. Ho inteso trasmettere interamente le emozioni vissute a chi mi è stato vicino e ha amorevolmente collaborato in questo lavoro.

Grazie a tutti di vero cuore.

Grazie ai giovani e ai meno giovani che si sono impegnati con grande dedizione ed entusiasmo senza correre dietro al tempo che scorreva davvero veloce.

Hanno regalato momenti di gioia e vivacità con le danze, la recitazione e i loro sorrisi. Grazie a coloro che hanno collaborato instancabilmente “dietro le quinte”… anche di notte!

Si legge in questi volti l’amore per la missione; la fede donata e che viene vissuta in una chiamata ascoltata: “ricordare al mondo la Parola di Gesù”.

“La fede che custodiamo nel nostro cuore deve illuminare tutta la nostra vita e per mezzo della nostra luce deve irradiare il cuore di ogni altro uomo”.

E’ con queste parole che ringrazio Mons. Costantino Di Bruno per la cura e la guida virtuosa delle nostre anime; per il sostegno e la forza nella fede che ci dona ogni giorno nell’amore e nella perseveranza.

Desidero rivolgere un pensiero a mia madre, Ispiratrice e Fondatrice del Movimento Apostolico. Circa trentanni fa ha intrapreso un cammino di fede, di amore e di soffe¬renza; un cammino che, con l’aiuto di Dio Padre, non si è mai fermato.
Era sola. Oggi non lo è più.

Cettina Marraffa

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