vangelo del giorno

Gli scribi e i farisei lo osservavano

Col 1,24-2,3; Sal 61,6-9; Lc 6,6-11.
11 SETTEMBRE
Scribi e farisei non sono cercatori né di verità e né di sapienza per crescere in una più  grande conoscenza di Dio.  Di conseguenza anche se si spacciano per uomini di Dio, non lo sono, perché è proprio dell’uomo di Dio cercare la sua verità, colmarsi della sua sapienza per una perfetta conoscenza del suo Signore, Salvatore, Padre della sua vita. Vero cercatore di Cristo e della sua verità è San Paolo. Lui non solo cammina dietro Cristo, corre per poterlo raggiungere nella pienezza della sua luce. Non solo corre per se stesso, prega anche per tutti e tutti ammonisce perché giungano alla piena conoscenza del loro Signore, Salvatore, Redentore. È in Lui che sono racchiusi tutti i tesori della verità e della grazia del Padre. Dio non si dona se non per Lui, in Lui.

Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù (Fil 3,7-14).

Perciò anch’io, avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore (Ef 1,15-19).  Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri, accecati nella loro mente, estranei alla vita di Dio a causa dell’ignoranza che è in loro e della durezza del loro cuore. Così, diventati insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza e, insaziabili, commettono ogni sorta di impurità. Ma voi non così avete imparato a conoscere il Cristo, se davvero gli avete dato ascolto e se in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità (Ef 4,20-24).

Gesù sa che scribi e farisei sono lì al fine di trovare qualcosa di non perfettamente conforme alla Legge, così da poterlo accusare e toglierlo di mezzo. La sua prudenza è somma. Sposta l’asse del ragionamento: passa dal sabato da osservare al bene da fare. L’osservanza del sabato cancella forse la legge della carità, del bene, dell’amore?

Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

Ecco il principio eterno annunziato da Gesù Signore: Nessun comandamento può annullare un altro comandamento. Ogni comandamento deve dare vita ad ogni altro comandamento. Il sabato è dato per amare di più e meglio sia Dio che il prossimo.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci ad amare sempre.