vangelo del giorno

Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida!

Es 2,1-15; Sal 68,3.14.30-34; Mt 11,20-24.
18 LUGLIO
San Paolo sa quanto è facile credere invano, accogliere vanamente la grazia di Dio, ma anche lavorare pastoralmente invano. Tutto è vano se non si cammina di fede in fede, di Vangelo in Vangelo, di grazia in grazia, di obbedienza in obbedienza.

Dal Vangelo ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l’ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano! (1Cor 15, 2). E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio (2Cor 6, 1). Vi andai però in seguito ad una rivelazione. Esposi loro il vangelo che io predico tra i pagani, ma lo esposi privatamente alle persone più ragguardevoli, per non trovarmi nel rischio di correre o di aver corso invano (Gal 2, 2). Non annullo dunque la grazia di Dio; infatti se la giustificazione viene dalla legge, Cristo è morto invano (Gal 2, 21). Tante esperienze le avete fatte invano? Se almeno fosse invano! (Gal 3, 4). Temo per voi che io mi sia affaticato invano a vostro riguardo (Gal 4, 11). Tenendo alta la parola di vita. Allora nel giorno di Cristo, io potrò vantarmi di non aver corso invano né invano faticato (Fil 2, 16). Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nube e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. Ma la maggior parte di loro non fu gradita a Dio e perciò furono sterminati nel deserto. Ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono. Non diventate idolatri come alcuni di loro, secondo quanto sta scritto: Il popolo sedette a mangiare e a bere e poi si alzò per divertirsi. Non abbandoniamoci all’impurità, come si abbandonarono alcuni di loro e in un solo giorno ne caddero ventitremila. Non mettiamo alla prova il Signore, come lo misero alla prova alcuni di loro, e caddero vittime dei serpenti. Non mormorate, come mormorarono alcuni di loro, e caddero vittime dello sterminatore. Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. Nessuna tentazione, superiore alle forze umane, vi ha sorpresi; Dio infatti è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere (1Cor 10,1-13).

Gesù viene, compie molti miracoli, vede però che essi sono stati compiuti invano, non avendo prodotto alcun frutto né di conversione e né di fede nella sua Parola. Essendo il miracolo purissima grazia di Dio, attestazione che Gesù è vero profeta mandato dal Padre, tutte le città che hanno beneficiato della presenza di Cristo, vengono avvisate. Per ogni grazia non trasformata in fede e in conversione, non fatta divenire accoglienza della Parola della divina profezia nel cuore, si è responsabili dinanzi a Dio nel giorno del giudizio. Il Signore giudicherà ogni uomo sul fondamento di ogni grazia da Lui concessa. Sodoma non ha avuto le grazie concesse a Betsàida e neanche Ninive. Il giudizio per esse sarà meno duro. Per Cafàrnao sarà simile a quello riservato da Dio a Babilonia, la città idolatra, distruttrice di Gerusalemme e del popolo del Signore.

Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».Mt11,20-24

Questa è verità rivelata da Gesù per ieri. Cosa direbbe a noi oggi Gesù per ogni Eucaristia e ogni altro sacramento ricevuto vanamente, senza che ad esso corrispondano i frutti che necessariamente dovrebbe produrre? Possiamo noi vivere vanamente battesimo, cresima, eucaristia, penitenza, matrimonio, ordine sacro, unzione degli infermi? La grazia in essi è infinita e infiniti anche dovranno essere i frutti.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci ricchi di ogni frutto.