vangelo del giorno

I quali dicono che non c’è risurrezione

19 NOVEMBRE (Lc 20,27-40)

I sadducei dicono che non c’è risurrezione, in aperta contraddizione con tutta la rivelazione. È vero che essi non credevano nella canonicità di alcuni Libri, tuttavia la verità della vita dopo la morte è in ogni pagina dei Libri nei quali essi credevano. Non potendo però negare la loro canonicità che era dottrina acquisita, davano alle parole significati totalmente differenti. I cristiani oggi non credono nel canone delle Scritture. Non credono nell’ispirazione di tutti e settantadue Libri? Pur credendo nel canone, danno alle parole ognuno un significato secondo il proprio cuore. Ogni confessione cristiana legge secondo principi ermeneutici assai distanti gli uni dagli altri. Ciò che per alcuni è nero, per altri è bianco, per altri ancora azzurro o violaceo. È la vera confusione delle lingue e delle interpretazioni. Questa molteplicità di lettura attesta che lo Spirito del Signore non governa le menti e non illumina l’intelligenza.

Quanto i sadducei facevano non è lontano da noi. Anche noi prima affermiamo una verità e poi con mille argomentazioni cerchiamo di convincere noi e gli altri che quanto noi diciamo è vero. Oggi in nome della misericordia del Signore non si stanno negano tutte le norme non umane, ma divine, per poter accedere alla grazia di Cristo Gesù? Non diciamo noi in nome della bontà di Dio che non esiste l’inferno? Non vogliamo noi che non vi sia alcun ostacolo o impedimento nell’accedere ai sacramenti della Chiesa? In nome del Vangelo, della Scrittura, non stiamo insegnando che tutti sono salvi e che tutti andranno nella gloria eterna del cielo? Non diciamo che le porte della Chiesa devono essere aperte a tutti? Ci si dimentica però di dire che le porte del Cielo non sono aperte per tutti. Non parliamo mai del giusto giudizio di Dio. E così inganniamo miseramente gli uomini e per pietà e commiserazione spianiamo loro la via della perdizione eterna. In nome di Dio condanniamo l’umanità a non vedere mai Dio.

Gesù non si lascia intrappolare nei loro artifici da veri sofisti. Risponde mettendo prima di tutto in evidenza la loro ignoranza colpevole. Attraverso le Scritture si può giungere alla verità della risurrezione, vera rivelazione divina. In più loro sono in grande errore. Pensano il cielo così come vedono la terra. Nel cielo la vita sarà tutta spirituale. Finirà la materialità e di conseguenza anche il matrimonio. Nel regno futuro si è luce, spirito, come gli angeli di Dio. Infine Gesù ricorda che il loro Dio, il Dio nel quale essi credono, è il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Dio non è il Dio dei morti ma dei vivi. L’anima è immortale e tutte le anime dei giusti sono con Lui, anche se ancora non in modo perfetto, perché manca l’apertura della porta della gioia eterna del Paradiso e la ricomposizione dell’uomo ancora non si è compiuta con la risurrezione.

Gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

La Scrittura è il Libro della verità di Dio e dell’uomo, per il tempo e per l’eternità. Essa è sgorgata dal cuore di Dio e può essere letta solo con i suoi occhi. Dio dona i suoi occhi a chi ha la mente retta e il cuore puro. Senza la rettitudine della mente e la purezza del cuore, la Scrittura diviene un libro ermetico, e ognuno legge in essa i suoi pensieri. I sadducei erano esperti lettori di se stessi e di quanto era nel loro cuore.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci retti, puri, umili, veri.