vangelo del giorno

Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto

27 SETTEMBRE (Lc 9,18-22)

Gesù inizia a unificare le profezie sul Messia di Dio sulla sola sua persona. Nell’Antico Testamento molte sono le profezie sul Consacrato che dovrà venire. Esse però sono tutte slacciate, separate, contenute in molti libri, distanti l’una dall’altra di molti anni. Una lettura distorta fa sì che le molte profezie riguardino molte persone. Diverse, differenti. La vera lettura, quella che dona Gesù, unifica le molte profezie in una sola persona. Oggi Gesù unifica su di sé la profezia di Daniele sul Figlio dell’uomo e quella del profeta Isaia sul Servo sofferente del Signore. Leggiamole.

Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto (Dn 7,13-14).

È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua posterità? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per la colpa del mio popolo fu percosso a morte. Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno nella sua bocca. Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità. Perciò io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha spogliato se stesso fino alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i colpevoli (Is 53,2-12).
Pietro e gli altri Apostoli camminano con Gesù, per loro è però il Gesù di una sola profezia: quella proferita da Dio a Davide, quella del regno eterno, che non avrà mai fine. Le altre profezie vengono da essi ignorate. Queste non riguardano la persona di Gesù. Lui è il Messia del Signore, il Figlio dell’uomo che riceve onore e gloria. Gesù oggi dice loro che Lui è anche il Servo sofferente. È Colui che porta sulle sue spalle il peccato del mondo. Il peccato è nostro, ma è Lui che lo porta al posto nostro.

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

Pietro confessa che Gesù è il Cristo. È vera questa confessione. Però è parziale, monca. Le manca il mistero della morte e della risurrezione. È priva del mistero della consegna da parte del suo popolo ai pagani perché da essi venga crocifisso. Una profezia monca non è la verità, anche se è verità. Anche noi oggi parliamo di Gesù per profezie monche, slegate, separate le une dalle altre. Parliamo di Gesù dicendo alcune verità e ignorandone altre. La confusione è grande. Il rischio è altissimo. Stiamo smarrendo la verità della nostra fede, perché abbiamo smarrito la verità sulla quale essa si fonda. Urge il coraggio di unire tutte le verità su Gesù Signore.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci in questa missione.