In cammino verso la grotta santa – 1

(Verità – Fede – Particolarità – Universalità – Storia – Immaginazione)

Cristo Gesù è persona storica. Visse tra noi per ben trentatré anni. È nato in Betlemme. È morto a Gerusalemme su una croce. È risorto da morte ed è il Vivente Eterno in mezzo a noi. Lo attesta l’Eucaristia che noi celebriamo, presenza reale, sostanziale, vera del suo corpo trafitto e del suo sangue versato. Nulla è più reale, più vero, più storico di Cristo Gesù.
Questa storia visibile contiene in sé una verità anch’essa visibile, storica. Quest’uomo viene per farti un’offerta condizionata. Vuoi ritornare ad essere uomo? Vuoi riappropriarti della tua vera umanità? Vuoi liberati da ogni concupiscenza, superbia, invidia, avarizia, gelosia, ogni vizio che turba il tuo essere e distrugge la tua vita? Vuol vivere nella pace con te stesso, con i fratelli, con il tuo Signore e Dio? Vuoi domani ricevere, nell’eternità, il mio Paradiso, la mia gloria, la mia risurrezione? Vuoi sentire la vera gioia nel tuo cuore? Questa offerta è storica. È stata fatta personalmente da Lui, attestando e mostrando ogni giorno che Lui è l’amore eterno fatto carne, la compassione fattasi vita visibile, la carità e la misericordia crocifissa.
Questa offerta si può accogliere. Si può rifiutare. Lui non la impone. Ad essa non costringe. L’uomo è uomo se è rispettato nella sua volontà di vita ma anche di morte, di salvezza e di dannazione. Questa offerta Cristo Gesù è venuto per farla ad ogni uomo. Nessuno escluso. Cristino è colui che crede in questa offerta e in essa consuma i suoi giorni, sapendo bene che essa è condizionata all’ascolto della Parola di Cristo Gesù. Vuoi tutti i miei doni nel tempo e nell’eternità? Ascolta la mia voce, cammina seguendo il mio esempio. Ama come io ho amato te. Muori per la salvezza dei tuoi fratelli come io sono morto per te.

La fede in questa offerta e verità storica è personale, particolare. È di ogni singola persona. La verità, la storia di questa Persona e la sua offerta è invece per tutti, per ogni uomo. Cristo Signore non è nato per i cristiani, per quanti cioè credono in Lui, è nato invece per fare l’offerta ad ogni uomo, essendo ogni uomo avvolto dal laccio della morte e della schiavitù spirituale e fisica. Il cristiano, colui che ha creduto, che vive di fede nell’offerta di Gesù Signore, è anche colui che deve annunziare ad ogni altro uomo Cristo e l’offerta che Lui gli fa.
Tu uomo, chiunque tu sia, qualsiasi credenza tu abbia abbracciato, vuoi i doni che Gesù ti promette? Vuoi tu entrare in questa novità di vita che Lui ti garantisce? Vuoi tu essere veramente uomo? Accogli la sua proposta, il suo Vangelo, la sua vita. Fai divenire tua la sua vita. Gusterai la vera gioia. È una proposta da fare ad ogni uomo. Essa diviene però credibile se la proposta è fatta dalla proposta accolta e vissuta, dal Vangelo che è la nostra stessa vita, dalla Parola che ha trasformato noi in Parala vivente di Dio.

La fede non rende particolare la verità. Non la fa essere verità del cristiano. Del cristiano è la fede. La verità è universale, cosmica, storica e metastorica, per il tempo e per l’eternità, per ogni popolo, nazione, lingua. Cristo Gesù è la verità eterna dell’uomo, dell’umanità, dell’universo. Cristo Gesù non è proprietà dei cristiani. È proprietà del mondo intero, perché Lui è il solo ed unico Salvatore e Redentore di tutto l’universo. Cristo Gesù è storia, non immaginazione, non pura rivelazione, non mera idea o pensiero. Cristo non è uno scritto rivelato. È una persona Crocifissa e Risorta ed è in questa Persona che si crede, ad essa viene accordata la nostra risposta, è il suo patto che noi accettiamo o rifiutiamo.

Celebrare il Natale non è dare rappresentazione ad una idea, ad una fiaba, ad un racconto immaginario risalente alla notte dei tempi. È invece rendere presente quel momento storico, immergersi totalmente in esso, farlo nostro evento, accoglierlo in pienezza di fede, rinnovata e purificata da ogni scoria di stoltezza e insipienza, falsità e menzogna che potrebbero essersi introdotti in quella sublime, divina e umana verità, in modo che tutto il mistero nella completezza dei suoi contenuti di salvezza e di redenzione divenga nuovamente tutto nostro.
Poiché il mistero di questo bambino che nasce è tutto contenuto nelle antiche profezie, è giusto camminare verso la Grotta Santa, luogo della nascita di Gesù, lasciandoci aiutare da esse. La verità a questo Bambino non la diamo noi. L’ha data il Padre celeste. Il Padre celeste l’ha data da quasi due mila anni prima della sua nascita. Leggiamo alcune di queste profezie e di certo il suo mistero di svelerà ai nostri occhi. Ne leggiamo solo due in questa prima riflessione.

L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce» (Gen 22,15-18).

In quella Grotta nasce la mia benedizione. Vi è stoltezza più grande del pensare che si debba celebrare il Santo Natale senza la Benedizione che mi libera dalla mia maledizione eterna? Neanche si deve immaginare come pensiero fugace che si possa riprodurre la Natività, cioè il Presepe, escludendo il Bambinello da essa. Chi nasce non è il bue e neanche l’asinello. Nasce la mia Benedizione. Io sono maledetto, nella morte, condannato alla dannazione eterna. Dio, il mio Creatore, abolisce la maledizione frutto del mio peccato. Mi dona la sua Benedizione, la sua Vita eterna in quel Bambino e io celebro il Natale senza di Lui! La Benedizione è anche vedere la Luce vera, essere avvolti dalla vera Sapienza, gustare la vera Intelligenza. Chi è nella morte, è nelle tenebre, nella stoltezza, nell’insipienza. Non è nella benedizione del suo Dio.
Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Madian. Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre. Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti (Cfr. Is 9,1-6).

Quel Bambino che nasce è la Luce che viene per rischiare le nostre tenebre: tenebre del cuore, della mente, dello spirito, del corpo. Tenebre delle società e dei popoli. Tenebre che impediscono di vedere il bene e quindi di decidere secondo il bene più grande. Che forse oggi l’umanità non è avvolta da fitte tenebre? Si potrà mai pensare di uscire da esse, se l’uomo stesso è un costruttore di tenebre e non di luce? Gesù che viene, viene come Luce vera per illuminare l’uomo sul bene, sul male, sul presente, sul futuro, sul passato. Viene per illuminare ogni realtà, il tempo e l’eternità. Viene per dare all’uomo quella luce necessaria perché lui possa dirigere i suo passi sulla via della verità, dalla quale nasce la pace. Non c’è pace senza la sua luce, perché senza di essa non vi è la verità.

In questa profezia di Isaia il mistero del Natale diviene ancora più evidente. Gesù nasce per noi. è il Dono che il vero Dio, l’unico e solo vero Dio, fa all’uomo per la sua rinascita alla vera umanità. Egli nasce per noi come Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della Pace, nostra Pace e nostra Benedizione, nostra Vita e nostra Luce. Questa la sua verità e questo il suo mistero. Non nasce per gli Ebrei e neanche per quanti lo accolgono. Nasce per tutti. La sua non accoglienza è decisione, è scelta e ci rende responsabili in eterno della nostra maledizione e morte eterna. Io, dice il Signore, ti ho dato la Benedizione, la Salvezza, la Vita, la Luce, la Pace, la Gioia, l’Amore perché tu divenissi Benedizione, Salvezza, Vita, Luce, Pace, Gioia, Amore, anche per ogni altro uomo. Hai rifiutato il mio dono. Sei responsabile in eterno.

Camminare verso la Grotta Santa ha un significato. È camminare verso la pienezza della verità che deve avvolgere tutta la nostra esistenza. Decidere di non celebrare il Natale, celebrarlo in modo falso, menzognero, senza la pienezza del suo mistero, trasformarlo in altre cose, è scelta di rimanere nella maledizione, nelle tenebre, nella confusione, nella guerra, nel terrore, nel disfacimento della nostra vita. È scegliere la non umanità. Ma è anche condanna di ogni altro alla non umanità e alla disumanità. Per questo motivo il Natale va celebrato. Esso è la nascita del Salvatore dell’uomo ed è la Nascita in Lui dell’umanità salvata e redenta, liberata dalla maledizione e dalla morte, dal peccato e da ogni altra sozzura che la uccide.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, noi siamo in cammino verso la Grotta Santa. Quando noi giungeremo, tu accoglici e metti tra le nostre braccia la Benedizione e la Vita, la Pace e la Gioia, l’Amore Eterno e la pienezza della nostra Verità Umana.

Angeli e Santi, prendeteci per mano e guidateci alla Grotta Santa per incontrare e ricevere la nostra Vita. Per permettete che ci smarriamo rincorrendo false grotte e falsi presepi.
Natale, nasce Dio fattosi carne per ridare alla carne Dio che è la sua vera ed unica vita.