vangelo del giorno

In lui ho posto il mio compiacimento

Is 42,1-4.6-7; Sal 28,1-3b.4.3a.9-10; At 10,34-38; Mt 3,13-17.
8 GENNAIO – BATTESIMO DEL SIGNORE

Le profezie di Isaia parlano tutte di un Servo, al quale il Signore affida la missione della salvezza, chiamandolo ad essere luce delle genti ed anche a prendere su di sé tutte le colpe degli uomini per espiarle. Il Servo del Signore è un uomo. Da queste profezie non si intravede altro. Non si va oltre l’umanità. Si rimane in essa.

Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento. Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre (Is 42,1-7).

Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria. È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra» (Is 49,1-8).

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. (Is 50,4-9).

Ecco, il mio servo avrà successo, sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente. Come molti si stupirono di lui – tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo –, così si meraviglieranno di lui molte nazioni; i re davanti a lui si chiuderanno la bocca, poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato e comprenderanno ciò che mai avevano udito (Is 52,13-15ss).

Con la voce del Padre che viene dal cielo, sappiamo chi è il Servo, il vero Servo del Signore, è il suo Figlio Unigenito, il suo Verbo Eterno, generato da Lui nell’eternità, da principio, da sempre. Il Figlio di Dio, Dio nella sua Persona, Dio nella sua natura divina, vero uomo nella sua natura, è il Servo che dovrà compiere la missione di salvezza, redenzione, luce, espiazione, santificazione non solo del suo popolo, ma dell’umanità. Il Servo è il Figlio amato del Padre. Questo è il grande amore di Dio per l’uomo. Ha dato il suo Figlio Eterno per la nostra redenzione e lo ha dato dalla croce.

Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Il Battesimo di Gesù si compone di due momenti separati e distinti. Gesù entra nell’acqua per consegnarsi interamente alla volontà del Padre. Offre al Padre in dono, in sacrificio la sua volontà e il suo corpo per il sacrificio. Esce dall’acqua e il Padre lo riveste nell’anima, nel corpo, nello spirito del suo Santo Spirito perché Lui possa portare a compimento fin sulla croce il dono fattogli. Il dono si fa in un istante, poi però si è impegnati per tutta la vita a mantenere fede ad esso. Per questa fedeltà non bastano le nostre forze. Occorre la forza di Dio che è il suo Santo Spirito. Rivestito di Potenza Eterna e Divina, il Figlio da questo momento inizia il cammino verso la croce. Là il dono sarà reale, totale, coinvolgente tutta la sua Persona.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci doni a Dio in Cristo.