vangelo del giorno

 In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono

21 MARZO (Gv 8,51-59)

Abramo è uomo dalla fede dinamica. Fede che è sempre in ascolto della Parola del Signore e che dura tutta una vita. Il Signore parla. Abramo ascolta ed esegue. Il Signore dice e lui obbedisce. Quella di Abramo è vera fede nella trascendenza, nel futuro eterno. È fede in un presente nel quale si vive di ascolto, ma per la realizzazione di un futuro che non è nelle nostre mani. È dono di Dio per la nostra fede di oggi. Ecco cosa dice di Abramo la Lettera agli Ebrei.

Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso. Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare. Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città. Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: Mediante Isacco avrai una tua discendenza. Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo. (Eb 11,8-19).

Abramo nella fede è come se vedesse questo futuro: sia nel tempo che nell’eternità. Era questa visione di fede che lo spingeva ad una obbedienza sempre perfetta, santa, pronta, immediata. Dio lo condusse alla perfezione della fede quando gli chiese il suo figlio, l’unico figlio, il figlio della promessa e della benedizione. Solo Dio è il futuro di un uomo. Solo per il suo Signore deve vivere un uomo e in Lui dissolversi, annientarsi, sprofondarsi, annichilirsi. Gesù oggi ci dice che Abramo ebbe anche la grazia di vedere uno dei suoi giorni. Lo vide e se ne rallegrò, gioì per questo dono dell’Onnipotente.

In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

Se Abramo gioì e si rallegrò per aver visto in visione di fede uno solo dei giorni di Gesù, più immensa, grande, elevata, perfetta dovrebbe essere la gioia dei Giudei. Essi non vedono in visione il Figlio della promessa e della benedizione. Loro Gesù lo ascoltano, lo toccano, lo vedono. Lui vive con loro. Abita in mezzo a loro. È presente nella realtà del suo corpo fisico. Evidentemente vi è rottura, discrepanza, distacco, grande allontanamento dei Giudei da Abramo. La fede di Abramo no è la loro fede. Questo significa che il Dio di Abramo non è il loro Dio. I Giudei hanno cambiato Dio, per questo non conoscono Cristo Gesù. Sono figli di Abramo solo secondo la carne, non più secondo la fede. Sempre avviene questo cambiamento di Dio, quando l’uomo cade nel grande peccato. Il peccato oscura mente, cuore, desideri. Annulla la volontà e l’uomo è in balia della grande idolatria. Il suo Dio è un idolo.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci moralmente corretti.