vangelo del giorno

Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore

At 15,1-6; Sal 121,1-6; Gv 15,1-8.
17 MAGGIO

La vigna per Isaia è vera figura del popolo del Signore. Anche per il Salmo è figura del popolo di Dio. La vigna è portatrice di due altissime verità: essa è piantata da Dio perché produca frutti; Dio la lascia abbandonata a se stessa perché venga devastata perché comprenda che senza frutti a Dio essa non serve. Essa è da Dio per produrre frutti a Dio. La vigna non è da se stessa. È da Dio ed è di Dio. È sua proprietà.

Voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d’amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli l’aveva dissodata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato viti pregiate; in mezzo vi aveva costruito una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva; essa produsse, invece, acini acerbi. E ora, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna. Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha prodotto acini acerbi? Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata. La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia. Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa d’Israele; gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi (Is 5,1-7).

Tu, pastore d’Israele, ascolta, tu che guidi Giuseppe come un gregge. Seduto sui cherubini, risplendi davanti a Èfraim, Beniamino e Manasse. Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci. O Dio, fa’ che ritorniamo, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. Signore, Dio degli eserciti, fino a quando fremerai di sdegno contro le preghiere del tuo popolo? Tu ci nutri con pane di lacrime, ci fai bere lacrime in abbondanza. Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini e i nostri nemici ridono di noi. Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. Hai sradicato una vite dall’Egitto, hai scacciato le genti e l’hai trapiantata. Le hai preparato il terreno, hai affondato le sue radici ed essa ha riempito la terra. La sua ombra copriva le montagne e i suoi rami i cedri più alti. Ha esteso i suoi tralci fino al mare, arrivavano al fiume i suoi germogli. Perché hai aperto brecce nella sua cinta e ne fa vendemmia ogni passante? La devasta il cinghiale del bosco e vi pascolano le bestie della campagna. Dio degli eserciti, ritorna! Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna, proteggi quello che la tua destra ha piantato, il figlio dell’uomo che per te hai reso forte. È stata data alle fiamme, è stata recisa: essi periranno alla minaccia del tuo volto. Sia la tua mano sull’uomo della tua destra, sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte. Da te mai più ci allontaneremo, facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome. Signore, Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi (Sal 89 (79) 1-20).

Quali sono le novità introdotte da Cristo Gesù? Prima novità: non vi sono più viti, ma una sola vite vera e tutti gli altri tralci. Chi è tralcio di questa vite vera produce, chi non è tralcio di essa mai potrà produrre. Rimanere in Cristo non è una necessità morale, ma di essenza, di natura, allo stesso modo che è esigenza di natura che il cuore sia nel petto e l’anima nel corpo, perché un uomo viva e agisca. Seconda  novità: la vite vera dal Padre mai sarà abbandonata. Sarà invece portata nei suoi tralci buoni, tagliata nei suoi tralci infruttuosi. Un tralcio produce, viene potato, purificato perché produca di più. Non produce, è tagliato dalla vite vera e secca in eterno. Terza novità: nessuno frutto verrà prodotto da chi non rimane attaccato alla vite. Il frutto è dalla vite vera. Anche la preghiera è ascoltata se il tralcio è legato alla vite. Tutto è dalla vite vera.

«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci tralci veri della vite vera.