vangelo del giorno

La sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie

13 DICEMBRE (Mt 11,16-19)

Ogni uomo è obbligato ad essere persona di sano, retto, giusto discernimento. A lui il Signore non chiede di conoscere le cose celesti e divine, soprannaturali ed eterne. Gli chiede semplicemente di osservare la storia e di fare le dovute differenze. Tra cielo e terra c’è differenza. Tra mari e monti c’è differenza. Tra luce e tenebre c’è differenza. Tra ciò che piace e ciò che disgusta c’è differenza. Tra odio e amore c’è differenza. Tra bene e male c’è differenza. Tra verità e falsità c’è differenza. Tra opera ed opera c’è differenza. Un’opera mediocre e un’opera eccellente non sono la stessa cosa. Tra sapienza e stoltezza, pietà ed empietà, vera adorazione e idolatria c’è differenza.

Gesù è sulla nostra terra. Agisce con purissima sapienza, divina ed umana verità. Quanto Salomone rivela della sapienza, la gente constata che è tutta in lui. Mai un uomo è stato sapiente come Gesù Signore, mai forte, mai datore di vita, mai operatore di miracoli così portentosi. Che Lui sia inabitato dalla Sapienza è visibile a tutti. Nessuna delle cose che è detta della Sapienza manca a Gesù Signore.

La sapienza è un tesoro inesauribile per gli uomini; chi lo possiede ottiene l’amicizia con Dio, è a lui raccomandato dai frutti della sua educazione. Mi conceda Dio di parlare con intelligenza e di riflettere in modo degno dei doni ricevuti, perché egli stesso è la guida della sapienza e dirige i sapienti. Nelle sue mani siamo noi e le nostre parole, ogni sorta di conoscenza e ogni capacità operativa. Egli stesso mi ha concesso la conoscenza autentica delle cose, per comprendere la struttura del mondo e la forza dei suoi elementi, il principio, la fine e il mezzo dei tempi, l’alternarsi dei solstizi e il susseguirsi delle stagioni, i cicli dell’anno e la posizione degli astri, la natura degli animali e l’istinto delle bestie selvatiche, la forza dei venti e i ragionamenti degli uomini, la varietà delle piante e le proprietà delle radici. Ho conosciuto tutte le cose nascoste e quelle manifeste, perché mi ha istruito la sapienza, artefice di tutte le cose. In lei c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, agile, penetrante, senza macchia, schietto, inoffensivo, amante del bene, pronto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, tranquillo, che può tutto e tutto controlla, che penetra attraverso tutti gli spiriti intelligenti, puri, anche i più sottili. La sapienza è più veloce di qualsiasi movimento, per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa. È effluvio della potenza di Dio, emanazione genuina della gloria dell’Onnipotente; per questo nulla di contaminato penetra in essa. È riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e immagine della sua bontà. Sebbene unica, può tutto; pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova e attraverso i secoli, passando nelle anime sante, prepara amici di Dio e profeti. Dio infatti non ama se non chi vive con la sapienza. Ella in realtà è più radiosa del sole e supera ogni costellazione, paragonata alla luce risulta più luminosa; a questa, infatti, succede la notte, ma la malvagità non prevale sulla sapienza (Sap 7,14-30).

Se Gesù è l’uomo sapiente, saggio, accorto, intelligente, se è l’uomo della verità purissima, se tutte le sue opere sono il frutto di questa sapienza, è giusto che il mondo intero lo riconosca, lo confessi e lo professi. Essendo tutte le opere di Gesù il frutto della sua sapienza, nella quale Egli cresce ogni giorno, è sommamente stolto ed insipiente chi non le riconosce come tali. Pecca contro lo Spirito Santo chi le attribuisce al diavolo, a Satana. È stolto ed insipiente chi non fa la differenza tra Cristo Gesù ed ogni altro uomo. Prima che differenza di sostanza, è differenza di opere.

A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

Se le opere sono differenti, differente è anche la sostanza, la natura che le produce. Chi non fa questa differenza, si dichiara cieco, si rivela persona che cammina nelle tenebre della mente e del cuore. Attesta semplicemente di non essere uomo, perché l’uomo è discernimento, perché è razionalità e discernimento.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci ad essere uomini.