La tua fede ti ha salvata

La fede è la madre della vera misericordia. L’uomo ha dentro un peso più grande della terra, del sole, delle galassie, dell’intero universo. Questo peso ha un solo nome: peccato. Quando esso si annida nell’anima, per prima cosa le toglie l’ossigeno di vita che è il Signore ed essa è nella morte. Morta l’anima per mancanza dell’ossigeno divino, il cuore si oscura, la mente si ottenebra, i pensieri non illumina più il cammino di verità e di giustizia, la coscienza si intorpidisce e diviene incapace di vero discernimento morale sul bene e sul male. Il corpo si annega nel vizio. Per l’uomo non vi è più né luce e né forza. Tutto deve venire dall’esterno, se vuole ritornare in vita. Dio viene, personalmente o attraverso i suoi mediatori per offrire all’uomo la possibilità di ritornare nuovamente in vita. È questa la sua grande misericordia. Si comprende bene che è una misericordia offerta, ma non è ancora salvezza.

Quando la misericordia offerta diviene vera salvezza per l’uomo? Quando essa viene accolta. Se la si rifiuta, si aggiunge oltre al peccato già presente nel cuore anche quello di aver rifiutato il grande dono di Dio. Gli Angeli si recano nella città di Sodoma perché Dio ha deciso di salvare il giusto Lot, prima che fuoco e zolfo distruggessero quel luogo dell’orrendo peccato contro natura. Chiedono a Lot, se oltre il suo nucleo familiare – lui, la moglie, due figlie – vi fossero altre persone che desiderava che venissero salvate. Lot risponde che vorrebbe che si salvassero anche i suoi due generi. Essi si recano presso la loro abitazione, svelano il progetto del Signore, ammonendoli che prestissimo Sodoma sarebbe stata consumata da fuoco e zolfo. Li invitano a lasciare la città. I generi di Lot non credono. Considerano le loro parole un pessimo scherzo. Muoiono arrostiti dal fuoco divino che di buon mattino avvolge la città.

La misericordia era stata loro offerta. L’hanno rifiutata. Sono responsabili di questo rifiuto. Su ogni uomo sta per cadere fuoco dal cielo, meglio: ogni uomo sta per cadere lui nel fuoco eterno dell’inferno. Cristo Gesù viene, non solo ci rivela tutta la misericordia del Padre, non solo espia per noi perché tutti possiamo accedere gratuitamente al suo cuore ricco di amore e di perdono, non solo ci indica la via perché possiamo essere abbracciati dalla divina ed eterna grazia di salvezza, manda anche i suoi discepoli nel mondo per annunziare la riconciliazione, invitando ogni uomo al pentimento, alla conversione. Dopo aver fatto tutto questo, qual è la risposta dell’uomo? Il fuoco eterno è un genere letterario, come genere letterario è il fuoco e lo zolfo caduti su Sodoma. Genere letterario è la parabola del ricco cattivo e del povero Lazzaro, genere letterario è anche il racconto di Matteo sul giudizio finale.

Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più».

Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!» (Lc 7,36-50).

Questa donna sente il peccato nel suo cuore. La sta consumando. Tutti gli altri uomini la usano e l’abusano. Per essi è un corpo da sfruttare per un vile momentaneo atto di godimento e soddisfazione della loro concupiscenza e libidine. Vede Cristo Gesù, non lo vede come gli altri. Lo vede diverso. Lo vede come un purissimo dono del Padre per il perdono del suo peccato. Questa è la sua fede: vedere Cristo Gesù come uomo mandato dal Signore per purificarla dalle sozzure che infangano la sua anima, il suo spirito, il suo corpo. Si reca da Lui e si prostra con profonda umiltà ai suoi piedi, chiedendo di essere lavata dal suo male. Offre a Gesù le lacrime della sua fede, che diviene in lei pentimento, perché la possa mondare fin nelle giunture delle ossa e nei più profondi meandri dell’anima e dello spirito. Gesù raccoglie tutte le sue lacrime, la purifica, la congeda, dicendo che tutto questo è il frutto anche della sua fede.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di fede pura, vera, santa.