vangelo del giorno

La vostra pace scenderà su di lui

7 OTTOBRE (Mc 10,2-16)

Il profeta loda i piedi di coloro che annunziano il ritorno della pace nella città di Dio, nella santa Gerusalemme, in mezzo al suo popolo. È Dio il datore e il portatore della pace. L’araldo e il missionario annunziano che il Signore sta per tornare in Sion. Questo annunzio che loro portano fa sì che essi siano visti in una bellezza diversa da ogni altra bellezza. Non vi è lieto annunzio più grande di questo: il Signore sta per ritornare nella sua Città e con Lui ritorna ogni altro bene. È questa la pace.
Svégliati, svégliati, rivèstiti della tua magnificenza, Sion; indossa le vesti più splendide, Gerusalemme, città santa, perché mai più entrerà in te l’incirconciso e l’impuro. Scuotiti la polvere, àlzati, Gerusalemme schiava! Si sciolgano dal collo i legami, schiava figlia di Sion! Poiché dice il Signore: «Per nulla foste venduti e sarete riscattati senza denaro». Poiché dice il Signore Dio: «In Egitto è sceso il mio popolo un tempo, per abitarvi come straniero; poi l’Assiro, senza motivo, lo ha oppresso. Ora, che cosa faccio io qui? – oracolo del Signore. Sì, il mio popolo è stato deportato per nulla! I suoi dominatori trionfavano – oracolo del Signore – e sempre, tutti i giorni, il mio nome è stato disprezzato. Pertanto il mio popolo conoscerà il mio nome, comprenderà in quel giorno che io dicevo: “Eccomi!”». Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, che dice a Sion: «Regna il tuo Dio». Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce, insieme esultano, poiché vedono con gli occhi il ritorno del Signore a Sion. Prorompete insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme, perché il Signore ha consolato il suo popolo, ha riscattato Gerusalemme. Il Signore ha snudato il suo santo braccio davanti a tutte le nazioni; tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio. Fuori, fuori, uscite di là! Non toccate niente d’impuro. Uscite da essa, purificatevi, voi che portate gli arredi del Signore! Voi non dovrete uscire in fretta né andarvene come uno che fugge, perché davanti a voi cammina il Signore, il Dio d’Israele chiude la vostra carovana. (Is 52,1-12).
La pace di Dio non è assenza di guerra, contrasti, divisioni, liti, opposizioni, disunioni che regnano tra un uomo e un altro uomo oppure tra un uomo e il suo Dio. Non è neanche la fine di un esilio lungo ed estenuante. Queste cose fanno parte della pace, ma non sono la pace. La pace di Dio è il ritrovamento dell’uomo, del popolo, della loro verità. Verità verso se stessi, verso Dio, verso l’intera creazione. La pace è il dono che Dio fa all’uomo della sua verità. Lo fa vero in ogni sua possibile relazione.

Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città. Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».

Il discepolo di Gesù non è solamente colui che annunzia la pace, che dice al mondo che Dio sta per venire per portare la ricchezza dei suoi doni divini. È colui invece che porta Dio con sé con ogni suo dono di amore, verità, misericordia, riconciliazione, perdono, giustizia, santità, compassione, misericordia, pietà, accoglienza. Porta Dio e lo dona al cuore. Lo infonde in esso come principio eterno della sua verità.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci portatori della pace di Dio.