vangelo del giorno

Lascia lì il tuo dono davanti all’altare

14 MARZO (Mt 5,20-26)


Oggi Gesù dona ai suoi discepoli le regole della vera preghiera. Non c’è vera preghiera se non nella pace e nell’amicizia con il Signore Dio nostro. Non c’è però vera pace e vera amicizia con Dio se non vi è vera pace e vera amicizia con i fratelli. Questa regola così viene manifesta da San Paolo al suo fedele discepolo Timoteo.

Raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo – dico la verità, non mentisco –, maestro dei pagani nella fede e nella verità. Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza polemiche. Allo stesso modo le donne, vestite decorosamente, si adornino con pudore e riservatezza, non con trecce e ornamenti d’oro, perle o vesti sontuose, ma, come conviene a donne che onorano Dio, con opere buone (1Tm 2,1-10). 
La Lettera agli Ebrei chiede che ogni discepolo di Gesù viva in pace con tutti, sempre.

Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire. Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore; vigilate perché nessuno si privi della grazia di Dio. Non spunti né cresca in mezzo a voi alcuna radice velenosa, che provochi danni e molti ne siano contagiati. Non vi sia nessun fornicatore, o profanatore, come Esaù che, in cambio di una sola pietanza, vendette la sua primogenitura. E voi ben sapete che in seguito, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto: non trovò, infatti, spazio per un cambiamento, sebbene glielo richiedesse con lacrime (Eb 12,12-16). 

La preghiera è cristiana, cioè vera, se elevata a Dio da cuori nei quali regnano queste regole di verità, giustizia, pace, vera santità. Se queste regole non regnano, la nostra preghiera è fatta da persone estranee a Dio e l’unica grazia che Lui potrà farci è quella di inviare nei nostri cuori una Parola di conversione perché ritorniamo a Lui con tutto il cuore, tutta l’anima, il corpo e la coscienza. Non c’è verità con Dio se non regna verità con i fratelli. La verità con i fratelli è il segno della nostra verità con Dio. 

Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!

La relazione con i fratelli non deve essere vera solo nelle opere, ma anche nei pensieri, nei desideri, nelle parole, lontana da ogni giudizio, critica mormorazione, falsa testimonianza, calunnia, discorsi vani e stolti. La verità con il fratello deve essere di tutto l’uomo. Deve essere della sua anima, del suo spirito, del suo corpo. Non per un tempo, due tempi o altre circostanze. Ma per sempre, in ogni cosa. Per questo motivo è necessario riconciliarsi prima di iniziare la nostra preghiera. Si prega dal profondo della nostra verità di veri figli di Dio e veri fratelli degli uomini. Nella non riconciliazione non si è veri fratelli degli uomini, di conseguenza non si è veri figli di Dio. La nostra preghiera è vana, nulla. Mai potrà essere ascoltata. Manca della qualità della preghiera che deve essere innalzata nella vera fratellanza, nel perdono, nella riconciliazione, nella misericordia, nella pietà verso tutti. Solo il vero fratello possiede il vero Padre.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri fratelli di tutti.