vangelo del giorno

L’ho fatto conoscere a voi

14 MAGGIO (Gv 15,9-17)


Al profeta Amos il Signore rivela che Lui non fa nulla senza aver prima informato i suoi profeti, i suoi servi. Decide, informa i suoi profeti, attua la sua decisione. Questa rivelazione ci mostra il ruolo di primaria importanza di cui sono investiti i profeti. Essi sono i conoscitori di ogni decisione di Dio e anche i suoi promulgatori, gli annunziatori, coloro che dovranno gridarla ai quattro angoli della terra perché tutti ascoltino, sappiano, conoscano che quanto sta accadendo è per sola volontà del loro Dio. 

Ascoltate questa parola, che il Signore ha detto riguardo a voi, figli d’Israele, e riguardo a tutta la stirpe che ho fatto salire dall’Egitto: «Soltanto voi ho conosciuto tra tutte le stirpi della terra; perciò io vi farò scontare tutte le vostre colpe. Camminano forse due uomini insieme, senza essersi messi d’accordo? Ruggisce forse il leone nella foresta, se non ha qualche preda? Il leoncello manda un grido dalla sua tana, se non ha preso nulla? Si precipita forse un uccello a terra in una trappola, senza che vi sia un’esca? Scatta forse la trappola dal suolo, se non ha preso qualche cosa? Risuona forse il corno nella città, senza che il popolo si metta in allarme? Avviene forse nella città una sventura, che non sia causata dal Signore? In verità, il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo piano ai suoi servitori, i profeti. Ruggisce il leone: chi non tremerà? Il Signore Dio ha parlato: chi non profeterà? Fatelo udire nei palazzi di Asdod e nei palazzi della terra d’Egitto e dite: “Adunatevi sui monti di Samaria e osservate quanti disordini sono in essa e quali violenze sono nel suo seno”. Non sanno agire con rettitudine – oracolo del Signore –; violenza e rapina accumulano nei loro palazzi». Perciò così dice il Signore Dio: «Il nemico circonderà il paese, sarà abbattuta la tua potenza e i tuoi palazzi saranno saccheggiati». Così dice il Signore: «Come il pastore strappa dalla bocca del leone due zampe o il lobo d’un orecchio, così scamperanno i figli d’Israele che siedono a Samaria nell’angolo di un letto, sulla sponda di un divano. Ascoltate e attestatelo nella casa di Giacobbe, oracolo del Signore Dio, Dio degli eserciti: Quando colpirò Israele per i suoi misfatti, colpirò gli altari di Betel; saranno spezzati i corni dell’altare e cadranno a terra. Demolirò la casa d’inverno insieme con la casa d’estate, e andranno in rovina le case d’avorio e scompariranno i grandi palazzi». Oracolo del Signore (Am 3,1-15). 

Gesù va ben oltre questa relazione che il Padre suo vive con i suoi profeti. Prima di tutto i suoi apostoli non sono i suoi servi. Li eleva alla dignità di amici. È questa una delle più alte dignità conosciute nell’Antica Scrittura. L’amico è colui che conosce i segreti del cuore. È colui al quale il cuore viene manifestato per primo. Dall’amico si accettano consigli e suggerimenti. L’amico è colui che è chiamato a condividere la vita. L’amicizia è infatti vera condivisione di vita, partecipare a tutto ciò che in essa avviene. Cristo Gesù vuole questa comunione di vita, questa condivisione tra Lui e i suoi apostoli. Non due vite separate e parallele, ma una sola vita. Non due cuori, molti cuori, ognuno dei quali procede per la sua via, ma un solo cuore, una sola mente, una sola volontà, un solo sentimento, una sola opera, una sola missione. 

Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

Gesù rivela il suo cuore all’apostolo, l’apostolo rivela il suo a Gesù. Gesù manifesta al suo apostolo le sue intenzioni missionarie e di salvezza, l’apostolo le accoglie e le realizza. Gesù dice e l’apostolo fa. Ma anche l’apostolo dice e Gesù fa. Una sola volontà, non due. Un solo cuore non due. Una sola onnipotenza non due. Una sola missione non due. Se c’è la dualità, non c’è amicizia. L’amicizia regna dove vi è unità di cuore, mente, volontà, missione, opera, salvezza, santificazione, comunione.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri amici di Gesù.