vangelo del giorno

lo presero con sé, così com’era, nella barca

Eb 11,1-2.8-19; Sal Lc 1,68-75; Mc 4,35-41.
28 GENNAIO

Si narra nella Scrittura Santa tutta la difficoltà incontrata dagli Angeli nel far uscire Lot da Sodoma. Stava rischiando di essere travolto lui con la sua famiglia dal fuoco.

Quegli uomini dissero allora a Lot: «Chi hai ancora qui? Il genero, i tuoi figli, le tue figlie e quanti hai in città, falli uscire da questo luogo. Perché noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandato a distruggerli». Lot uscì a parlare ai suoi generi, che dovevano sposare le sue figlie, e disse: «Alzatevi, uscite da questo luogo, perché il Signore sta per distruggere la città!». Ai suoi generi sembrò che egli volesse scherzare. Quando apparve l’alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo: «Su, prendi tua moglie e le tue due figlie che hai qui, per non essere travolto nel castigo della città». Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città.

Dopo averli condotti fuori, uno di loro disse: «Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere travolto!». Ma Lot gli disse: «No, mio signore! Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato grande bontà verso di me salvandomi la vita, ma io non riuscirò a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io muoia. Ecco quella città: è abbastanza vicina perché mi possa rifugiare là ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù – non è una piccola cosa? – e così la mia vita sarà salva». Gli rispose: «Ecco, ti ho favorito anche in questo, di non distruggere la città di cui hai parlato. Presto, fuggi là, perché io non posso far nulla finché tu non vi sia arrivato». Perciò quella città si chiamò Soar. Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Soar, quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale (Gen 19,12-26).

Gesù ci rivela attraverso la sua vita – lo presero con sé, così com’era, nella barca – che quando viene l’ora di passare dalla terra all’eternità, dal tempo finito al tempo senza tempo, non vi è modo di potersi preparare, né si può indugiare come ha fatto Lot con gli Angeli. L’ora giunge, si parte, così come si è. Si è in grazia di Dio, si giunge nell’eternità in grazia del Signore. Si è idolatri, si arriva da idolatri. Si è malvagi, empi e cattivi, si entra nell’altro mondo da empi, malvagi, cattivi. Così come siamo, così si parte e così si giunge. Poi però viene il giudizio e il Signore emetterà la sua sentenza guardando la nostra vita così come essa è. Come essa è, così rimane in eterno. Sapendo questo, ognuno deve impegnare ogni sua energia per prepararsi una ottima eternità. Andare nell’altro mondo da empi e malvagi significa essere esclusi dal Paradiso per sempre. Empi e malvagi finiranno nelle tenebre eterne. Perché allora non prepararsi? Non ci si prepara perché come i generi di Lot noi pensiamo che Gesù scherzi con noi. Ci parla dell’inferno, ma solo come uno spauracchio in un campo di cocomeri, dice la Scrittura Santa. L’eternità ci rivelerà che ogni Parola di Gesù è vera.

In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

Possiamo noi essere come i generi di Lot e dimorare nelle fiamme eterne del fuoco che mai si spegne, oppure possiamo credere a Cristo e iniziare il sostanziale, radicale cambiamento della nostra vita. Tutto dipende dalla nostra fede. È verità. La terra va lasciata così come siamo. Nulla porteremo con noi di ciò che è materia. Porteremo la nostra anima che può essere o di luce o tenebra, ammantata di virtù, oppure imbrattata di ogni vizio. Così come siamo ci presenteremo al cospetto di Dio per il giudizio.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci pronti per l’eternità.