vangelo del giorno

Per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta

7 GENNAIO (Mt 4,12-17.23-25)

Gesù oggi inizia la sua missione di salvezza sulla nostra terra. Egli chiama il suo popolo a conversione. È questa una parola forte. Chi si deve convertire è un popolo che già crede nel vero Dio e Signore e possiede già la vera Parola di Dio. Finora la conversione è stata invito per un cambiamento morale. Si chiedeva di abbandonare la via del peccato e di percorre la strada dell’obbedienza e dell’ascolto del Signore, di entrare nei suoi comandamenti, di vivere la Legge dell’Alleanza stipulata al Sinai.

Con Gesù la conversione significa cambiamento radicale della stessa fede, della verità di Dio e dell’uomo. Significa entrare nella Parola ultima, definitiva, completa, perfetta che Dio farà risuonare agli uomini per mezzo del suo Servo Fedele. L’accezione morale della conversione è una conseguenza, non è il suo fine o la sua essenza. Ci possiamo convincere di ciò leggendo il Vangelo secondo Giovanni.

Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». (Cfr. Gv 6,43-59).

Tutta la struttura mentale, spirituale, religiosa, di fede, di tradizioni, di usanze, tutto l’Antico Testamento è chiamato ad una vera Pasqua. Deve uscire da quella specie “di schiavitù spirituale e religiosa” della Legge di Mosè, attraversare il mare della nostra umanità ed entrare nella vera libertà dei figli di Dio che è tutta nella Parola di Gesù.

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

La conversione chiesta da Gesù è vero cambiamento di fede. Si abbandona la vecchia fede nel Dio dei Padri e si entra nella verità piena del Dio di Gesù Cristo. Per usare oggi una parola alla moda: non si tratta di un “restyling”, di prendere cioè la religione dei Padri e di darle una nuova veste esteriore. Neanche si tratta di un “make-up”, un “maquillage”, cioè di un abbellimento esteriore, liberazione da ogni sovrastruttura che lungo il corso dei secoli si è depositata su di essa incrostandola. Si tratta invece di una conversione di vero passaggio dall’Antica Alleanza alla Nuova, da Mosè a Cristo Gesù, dalla Parola di Dio alla Parola di Cristo Signore. Si entra in un nuovo mondo.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci questa conversione.