vangelo del giorno

Ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre

20 MAGGIO (Gv 14,27-31a)


Il Signore mette alla prova Abramo. Vuole saggiare le profondità del suo cuore, la verità del suo amore, la sincerità della sua obbedienza, il totale affidamento a Lui. È capace Abramo di rinunciare al suo futuro per amore del suo Dio? Il futuro di Abramo è Isacco. È disposto Abramo a fare il sacrificio della sua stessa fede e speranza? È questo in fondo ciò che il Signore gli chiede: abbandonare tutte le parole fin qui ascoltate, tutte le promesse che gli sono state fatte, per fidarsi ciecamente del suo Dio.

Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme. Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutti e due insieme. Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. Abramo chiamò quel luogo «Il Signore vede»; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa vedere». L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce» (Gen 22,1-18). 

La prova è superata. Il cuore di Abramo è tutto per il suo Signore. Il mondo non sa nulla di questa relazione tra il Signore e il suo amico. Con Cristo Gesù avviene una doppia prova, non si tratta di scoprire la relazione tra il Padre e il Figlio, ma tra il Padre, il Figlio e il mondo. Quanto ama Dio il mondo? Lo ama tanto da dare il suo Figlio Unigenito. Ora il mondo sa quanto Dio ama l’uomo. Quanto ama Gesù il Padre suo? Lo ama fino alla morte di croce, fino all’estremo dei supplizi. Il Padre ci ama mostrandoci di quanta carità Lui è capace per noi. Per la nostra redenzione sacrifica il Figlio suo. Cristo ama il Padre, che ama noi, lasciandosi sacrificare. Corrispondendo pienamente a questo amore del Padre per l’umanità. Nessun dubbio deve turbarci. Veramente il Padre ci ama. Veramente Cristo ama il Padre. 

Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco. 

È giusto che anche noi ci chiediamo? Quanto amiamo noi il Padre? Come fa il mondo a conoscere il nostro amore per il Padre? Amiamo il Padre se diveniamo in Cristo un solo sacrificio di espiazione per il peccato del mondo. Facendoci ogni giorno olocausto d’amore, il mondo conosce che noi Dio lo amiamo veramente. Siamo capaci di rinunciare alla nostra vita per darla in sacrificio di redenzione per il mondo intero. Se il mondo non vede il nostro amore e la nostra quotidiana morte, mai potrà credere.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci oggi sacrificio d’amore.