vangelo del giorno

Ma la vostra tristezza si cambierà in gioia

30 MAGGIO (Gv 16,20-23a)


La tristezza, il dolore, la croce sempre sono annunciatori di una grande opera che Dio sta per compiere nella nostra storia. Più grande è la croce e più sublime è l’opera del nostro Dio. Più indicibile è la sofferenza e più ricca di conversione è la storia. Per comprendere questa verità ci lasceremo aiutare dal Libro di Ester.

Anche la regina Ester cercò rifugio presso il Signore, presa da un’angoscia mortale. Si tolse le vesti di lusso e indossò gli abiti di miseria e di lutto; invece dei superbi profumi si riempì la testa di ceneri e di immondizie. Umiliò duramente il suo corpo e, con i capelli sconvolti, coprì ogni sua parte che prima soleva ornare a festa. Poi supplicò il Signore e disse: «Mio Signore, nostro re, tu sei l’unico! Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all’infuori di te, perché un grande pericolo mi sovrasta. Io ho sentito fin dalla mia nascita, in seno alla mia famiglia, che tu, Signore, hai preso Israele tra tutte le nazioni e i nostri padri tra tutti i loro antenati come tua eterna eredità, e hai fatto per loro tutto quello che avevi promesso. Ma ora abbiamo peccato contro di te e ci hai consegnato nelle mani dei nostri nemici, perché abbiamo dato gloria ai loro dèi. Tu sei giusto, Signore! Ma ora non si sono accontentati dell’amarezza della nostra schiavitù: hanno anche posto le mani sulle mani dei loro idoli, giurando di abolire il decreto della tua bocca, di sterminare la tua eredità, di chiudere la bocca di quelli che ti lodano e spegnere la gloria del tuo tempio e il tuo altare, di aprire invece la bocca delle nazioni per lodare gli idoli vani e proclamare per sempre la propria ammirazione per un re mortale. Non consegnare, Signore, il tuo scettro a quelli che neppure esistono. Non permettere che ridano della nostra caduta; ma volgi contro di loro questi loro progetti e colpisci con un castigo esemplare chi è a capo dei nostri persecutori. Ricòrdati, Signore, manifèstati nel giorno della nostra afflizione e da’ a me coraggio, o re degli dèi e dominatore di ogni potere. Metti nella mia bocca una parola ben misurata di fronte al leone e volgi il suo cuore all’odio contro colui che ci combatte, per lo sterminio suo e di coloro che sono d’accordo con lui. Quanto a noi, salvaci con la tua mano e vieni in mio aiuto, perché sono sola e non ho altri che te, Signore! Tu hai conoscenza di tutto e sai che io odio la gloria degli empi e detesto il letto dei non circoncisi e di qualunque straniero. Tu sai che mi trovo nella necessità e che detesto l’insegna della mia alta carica, che cinge il mio capo nei giorni in cui devo comparire in pubblico; la detesto come un panno immondo e non la porto nei giorni in cui mi tengo appartata. La tua serva non ha mangiato alla tavola di Aman; non ha onorato il banchetto del re né ha bevuto il vino delle libagioni. La tua serva, da quando ha cambiato condizione fino ad oggi, non ha gioito, se non in te, Signore, Dio di Abramo. O Dio, che su tutti eserciti la forza, ascolta la voce dei disperati, liberaci dalla mano dei malvagi e libera me dalla mia angoscia!». (Est 4,17k-17z). 

Ester è nell’angoscia. Assieme al suo popolo è stata condannata alla morte. Tutti i Giudei sono nella sofferenza. Sanno che fra qualche giorno saranno estirpati dalla faccia della terra. In questa grande e indicibile tempesta distruttrice lei assieme al suo popolo si rivolgono al loro Dio, all’unico loro Salvatore, perché fermi la mano omicida e doni loro piena liberazione. Anche Ester espone la sua vita alla morte per la salvezza del suo popolo. Dio è riconosciuto Signore e Salvatore, la salvezza è donata. Nessuno muore dei condannati alla morte. Muoiono invece coloro che li avevano condannati. 

In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. 

Anche Gesù deve riconoscere il Padre suo come il solo Signore della sua vita. Lo deve riconoscere offrendogli la vita, facendola passare per la morte di croce. Dopo che questa confessione sarà avvenuta, il Signore lo libererà dalla morte, gli darà un corpo immortale, spirituale, glorioso, incorruttibile, innalzandolo fin nel più alto dei cieli. Il Signore allora si lascerà nuovamente vedere dai suoi apostoli e questi saranno avvolti da una grandissima gioia, che nessuno potrà più rubare loro. 

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, ricolmateci di Cristo Signore.