vangelo del giorno

MA NON CREDETTERO NEPPURE A LORO

At 4,13-21; Sal 117; Mc 16,9-15
7 APRILE

L’Evangelista Marco mette in grande evidenza la non fede dei discepoli allorquando viene loro annunziato che Gesù è risorto e si è manifestato. Inutile cercare di costruire la storia del mattino dopo il sabato mettendo insieme i singoli elementi dei quattro Vangeli. Nessuna concordanza sarà mai possibile. Ogni Evangelista è annunziatore di una verità a se stante. Rimane intatto solo il nucleo storico degli “agenti principali o essenziali al racconto”: Cristo Risorto, Maria di Màgdala, le altre donne, i discepoli di Emmaus, gli Apostoli. In Marco tutto è finalizzato a creare negli Apostoli la fede in Cristo Risorto. Ma sempre gli Apostoli si rifiutano di credere. Questa è la verità del Vangelo di Marco. Allora è giusto che ci chiediamo: perché il secondo Evangelista concentra tutto sulla volontà di non voler credere da parte degli Apostoli del Signore? La verità ce la rivela Paolo nella Prima Lettera a Timoteo. Anche Lui si rifiutò, si ostinò nel non voler credere in Cristo Risorto e soffocava la luce di Cristo uccidendo i suoi discepoli, o trascinandoli nelle prigioni. Tutto lui faceva per spegnere Cristo.

Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù. Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen (1Tm 1,12-17).

Come in Paolo la sua ostinazione diviene elemento essenziale nella sua predicazione – Lui è stato strappato dalla non fede dalla potenza della luce del Cristo Risorto, da essa accecato e piantato per grazia e misericordia in Cristo verità di tutte le Scritture – così gli Apostoli non sono venuti alla fede perché trascinati da altri o perché vi era in essi un bisogno di colmare il vuoto lasciato dal Maestro. Essi credono nella risurrezione perché Cristo stesso, così come ha fatto con Paolo ha operato con essi. È venuto lui in persona, si è rivelato, manifestato, mostrato. Loro non vanno per il mondo per un sentimento vago del loro cuore, ma perché lo stesso Gesù Risorto ha dato loro questo mandato: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura”. Nulla è dalla loro volontà, nulla dal sentimento. Tutto invece è da Cristo Gesù.

Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.

Roma, città nella quale Pietro e Marco vivono l’annunzio del Vangelo c’è poco spazio per una fede fondata sul sentimento o sull’esaltazione e neanche se è fondata su altrui esperienze. Pietro deve attestare ad ogni cuore che neanche Lui ha creduto, anche Lui ha avuto paura di testimoniare Cristo, anche Lui ha dubitato della Parola del Maestro. Questo gli conferisce somma credibilità. Lui non si presenta come un vincitore, ma come uno sconfitto sempre salvato dall’amore del Maestro. Come Gesù ha salvato Lui, salverà tutti loro, a condizione che in Lui credano e da Lui si lascino condurre di luce in luce, allo stesso modo che Pietro si è lasciato condurre di luce in luce. Se il missionario di Gesù annunzia il Vangelo dalla concretezza storica della sua vita, è sempre più facile creare fede nei cuori, altrimenti potrebbe anche apparire come un ingannatore.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci missionari credibili.