vangelo del giorno

Mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme

28 DICEMBRE (Mt 2,13-18)

Veramente cattiveria e malvagità dell’uomo non conosce limiti. Il male più orrendo è quello indiretto. Si colpisce un innocente per infierire contro una terza persona, oppure si elimina una persona inerme per motivi di alta diplomazia politica. Se già il sangue versato grida vendetta al cospetto di Dio, questo tipo di sangue sparso con cattiveria calcolata, pesata, studiata, per l’eternità griderà la sua innocenza dinanzi al Signore. Questi omicidi hanno sempre costellato la storia dell’umanità e tuttora la costellano.

Allora sorse sull’Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. Egli disse al suo popolo: «Ecco che il popolo dei figli d’Israele è più numeroso e più forte di noi. Cerchiamo di essere avveduti nei suoi riguardi per impedire che cresca, altrimenti, in caso di guerra, si unirà ai nostri avversari, combatterà contro di noi e poi partirà dal paese». Perciò vennero imposti loro dei sovrintendenti ai lavori forzati, per opprimerli con le loro angherie, e così costruirono per il faraone le città deposito, cioè Pitom e Ramses. Ma quanto più opprimevano il popolo, tanto più si moltiplicava e cresceva, ed essi furono presi da spavento di fronte agli Israeliti. Per questo gli Egiziani fecero lavorare i figli d’Israele trattandoli con durezza. Resero loro amara la vita mediante una dura schiavitù, costringendoli a preparare l’argilla e a fabbricare mattoni, e ad ogni sorta di lavoro nei campi; a tutti questi lavori li obbligarono con durezza. Il re d’Egitto disse alle levatrici degli Ebrei, delle quali una si chiamava Sifra e l’altra Pua: «Quando assistete le donne ebree durante il parto, osservate bene tra le due pietre: se è un maschio, fatelo morire; se è una femmina, potrà vivere». Ma le levatrici temettero Dio: non fecero come aveva loro ordinato il re d’Egitto e lasciarono vivere i bambini. Il re d’Egitto chiamò le levatrici e disse loro: «Perché avete fatto questo e avete lasciato vivere i bambini?». Le levatrici risposero al faraone: «Le donne ebree non sono come le egiziane: sono piene di vitalità. Prima che giunga da loro la levatrice, hanno già partorito!». Dio beneficò le levatrici. Il popolo aumentò e divenne molto forte. E poiché le levatrici avevano temuto Dio, egli diede loro una discendenza. Allora il faraone diede quest’ordine a tutto il suo popolo: «Gettate nel Nilo ogni figlio maschio che nascerà, ma lasciate vivere ogni femmina». (Es 1,8-22).

Oggi la violenza indiretta e diretta di innocenti inermi ha molti nomi. Si chiama: aborto, danno collaterale, guerra tribale, genocidio di massa, vendetta e faida indiretta. Altri nomi sono più scientifici: pillola del giorno dopo e cose del genere. La Scrittura conosce altri modi di omicidio indiretto. Anche questi sono invisibili e sofisticati.

Sacrificare il frutto dell’ingiustizia è un’offerta da scherno e i doni dei malvagi non sono graditi. L’Altissimo non gradisce le offerte degli empi né perdona i peccati secondo il numero delle vittime. Sacrifica un figlio davanti al proprio padre chi offre un sacrificio con i beni dei poveri. Il pane dei bisognosi è la vita dei poveri, colui che glielo toglie è un sanguinario. Uccide il prossimo chi gli toglie il nutrimento, versa sangue chi rifiuta il salario all’operaio. (Sir 34,21-27).

Tutto questo mondo del male provocato su innocenti attesta la nostra barbarie e la potenza del peccato che milita nelle nostre membra. Il mistero dell’iniquità ci avvolge e ci consuma. Da questo mistero di perversione solo Cristo ci può liberare, salvare.

Essi [I Magi] erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’’Egitto ho chiamato mio figlio. Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più.

Sul cammino di Gesù vigila il Padre suo. Oggi Gesù non può morire. La salvezza si compie attraverso il suo sacrificio e per essere la sua morte un vero sacrificio necessità della sua obbedienza. Occorre il dono della sua volontà. Il sangue innocente viene versato, perché la storia sempre obbedirà alla triste legge del peccato e della morte.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci da ogni male.