vangelo del giorno

Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani

3 LUGLIO (Gv 20,24-29)


L’uomo è la via della fede. Con la morte in croce e la sua sepoltura finisce a via della visione, del contatto, dell’esperienza con Gesù Signore. Di questa via si serve il Signore quando le vie umane vengono meno, si perdono nei dedali dei loro pensieri, si smarriscono in menti contorte e complicate, incapaci di tracciare i sentieri della vera fede. Sempre in questi frangenti tristi e dolorosi il Signore interviene e rimette la luce della sua verità sul candelabro perché faccia luce a tutti quelli della casa.

Il Signore non fa mai le cose senza essere governato dalla sua divina ed eterna sapienza. Non va a visitare i suoi discepoli quando sono tutti presenti. Entra nel Cenacolo quando ne manca uno. Sceglie quest’ora e questa condizione storica perché deve dare ai suoi discepoli un fortissimo insegnamento. Deve comunicare al mondo intero che è finito il tempo del contatto diretto con Lui. Con Lui il contatto è nei sacramenti, nella Parola, nella preghiera, nella comunità dei credenti. È un contatto di fede e non più di esperienza. È un contatto che alimenta la fede, ma non la suscita direttamente per il suo nascere. La via della nascita della fede è l’uomo.

Tommaso è scusato perché ancora questo insegnamento non era stato donato. Noi invece non siamo scusati. L’uomo è la via per la nascita della fede in Cristo Gesù. Nessuno potrà prescindere dall’uomo. Se questa è la nuova via della fede, via universale e non particolare, per tutti e non solo per alcuni, diviene evidente che il soggetto che viene costituito strumento per la nascita della fede in un cuore, deve operare in tutto come ha operato Gesù Signore. Non basta dire: “Abbiamo visto il Signore”, o: “Il Signore è stato in mezzo a noi”. Chi ha visto il Signore, chi lo ha incontrato, chi ha avuto contatto visivo e uditivo con Lui, deve necessariamente cambiare, deve modificare la struttura del suo essere e del suo operare.

La fede non nasce solo dalla parola annunziata, nasce dalla visione del cristiano che è modello perfetto di Gesù Signore. San Paolo vuole così il cristiano chiamato ad essere strumento di fede: “Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga criticato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con sapienza, con magnanimità, con benevolenza, con spirito di santità, con amore sincero, con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama; come impostori, eppure siamo veritieri; come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo; come puniti, ma non uccisi; come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!” (2Cor 6,3-10). È questo un programma altamente ambizioso, obbligante. 

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Anche la benedizione finale di Gesù va compresa. Non sono beati coloro che credono senza vedere. Sono beati coloro che non credono per Lui, ma credono in Lui per la visione della santità, della verità, della giustizia, dell’amore, della comunione, della misericordia del suo corpo, dei suoi strumenti di vera fede. L’uomo è indispensabile per la nascita della fede. Se viene meno, la fede muore. Oggi molta fede è morta per noi.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci strumenti della vera fede.