Mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso
La forza del Vangelo è il Vangelo così come la forza della rivelazione è la rivelazione. Se al Vangelo togliamo anche una sola verità esso non è più Vangelo e così dicasi di tutta la rivelazione. Se essa viene privata anche di una sola luce, essa non è più la rivelazione secondo Dio. È rivelazione secondo l’uomo. Sappiamo però che solo la rivelazione secondo Dio genera salvezza. La rivelazione dell’uomo, così come diceva Giobbe ai suoi amici, è solo sentenza di cenere: “Ecco, tutto questo ha visto il mio occhio, l’ha udito il mio orecchio e l’ha compreso. Quel che sapete voi, lo so anch’io; non sono da meno di voi. Ma io all’Onnipotente voglio parlare, con Dio desidero contendere. Voi imbrattate di menzogne, siete tutti medici da nulla. Magari taceste del tutto: sarebbe per voi un atto di sapienza! Ascoltate dunque la mia replica e alle argomentazioni delle mie labbra fate attenzione. Vorreste forse dire il falso in difesa di Dio e in suo favore parlare con inganno? Vorreste prendere le parti di Dio e farvi suoi avvocati? Sarebbe bene per voi se egli vi scrutasse? Credete di ingannarlo, come s’inganna un uomo? Severamente vi redarguirà, se in segreto sarete parziali. La sua maestà non vi incute spavento e il terrore di lui non vi assale? Sentenze di cenere sono i vostri moniti, baluardi di argilla sono i vostri baluardi. Tacete, state lontani da me: parlerò io, qualunque cosa possa accadermi. Prenderò la mia carne con i denti e la mia vita porrò sulle mie palme” (Gb 13,1-14). L’uomo che ha ricevuto il talento e non lo ha messo a frutto vuole trovare in Dio la giustificazione del suo grave peccato di omissione. Dio mai potrà essere dichiarato responsabile delle nostre omissioni, trasgressioni, non osservanze della sua Legge e di ogni altra sua disposizione. Lui è il Santo, il Giusto, il Perfettissimo in ogni cosa. Voler trovare in Lui le cause dei nostri fallimenti è vera perversione della mente e del cuore. Eppure questo è stile quotidiano dell’uomo.
Avverrà infatti come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti” (Mt 25,14-30).
Oggi, molta gente dice: “Se Dio esiste, perché tanti bambini muoiono di fame? Se Dio c’è, perché l’orrore delle guerre? Se Dio è il Signore, perché non interviene con tutta la sua onnipotenza? Se Dio governa la storia, perché il male imperversa?”. A queste sentenze di cenere al negativo, vi sono le miriadi e miriadi sentenze di cenere al positivo: “Dio non può volere un matrimonio indissolubile. Dio non può comandare la castità fuori del matrimonio. Dio non può ostacolare l’amore tra due persone dello stesso sesso. Dio non può condannarmi all’inferno della castità. Dio non può mandare un suo figlio all’inferno. Dio è solo misericordia e ci porta tutti nel paradiso. Dio non vuole che si faccia distinzione tra bene e male. Dio non ama che si faccia differenza tra chi può ricevere l’Eucaristia e chi no la può ricevere. Dio non fa distinzione tra chi crede in Cristo e chi non crede in Lui. Per Lui tutte le religioni sono buone, anzi non vi per Lui neanche la necessità di appartenere ad una qualche religione”. :Sono pensieri, questi, non di quanti non conoscono Cristo Signore, ma sono proprio i suoi seguaci ad affermare queste sentenze di cenere. Si giunge anche di accusare di rigidità e di rigorismo quanti insegnano che la Legge del Signore va osservata o che ad essa si deve rimanere fedeli. Con questa accusa di rigidità si predica un Dio misericordioso, pietoso, ricco di pazienza, che sa andare oltre ogni trasgressione. Si giunge a giustificare ogni infedeltà a motivo della fragilità dell’uomo. Essendo l’uomo fragile non può non trasgredire la Legge. Il servo infingardo e fannullone ha moltissimi seguaci. Quasi tutti noi giustifichiamo i nostri peccati accusando Dio di ingiustizia. Solo però che Lui non accoglie le nostre sentenze, perché Lui è giustizia santissima.
Madre di Dio, Angeli, Santi, aiutateci a dare a Dio ciò che è di Dio e all’uomo ciò che dell’uomo.