vangelo del giorno

Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più

17 MARZO (Gv 8,1-11)

Questi uomini che conducono la donna da Gesù e chiedono che emetta su di essa una sentenza di assoluzione o di condanna per poi accusarlo presso l’autorità costituita come sovvertitore, traditore, violatore della Legge di Mosè, sono cattivi di cuore e di mente, malvagi nell’anima e nel corpo. Chi non copre il peccato del prossimo, ammonendolo in segreto, perché non pecchi più, di certo non è uomo di Dio e se non è uomo di Dio neanche può cercare giustizia per i suoi fratelli. Lui è un ingiusto e dall’ingiusto mai potrà sorgere la verità. L’ingiusto è sempre falso.

Nell’Antico Testamento il Signore aveva fatto un millennio di cammino nella sua Legge. Da una Legge che richiedeva una punizione esemplare perché altri non peccassero era Lui stesso passato, con i successivi profeti e mediatori della sua Parola, ad una legge di perdono, conversione, penitenza, ravvedimento. Ma anche quando vigeva la Legge dell’esemplarità educatrice, Lui stesso aveva concesso il perdono a Davide, il quale non solo era stato adultero, era stato anche omicida. Aveva ucciso il marito della donna e tanti altri per nascondere il suo peccato. Eppure il Signore lo ha perdonato. Il Libro della Sapienza, ultima volontà manifestata di Dio, nell’Antico Testamento, insegna la verità sul perdono, il pentimento, il ritorno nella Legge dell’Alleanza, o in quella che la coscienza avverte come Legge e per questo è obbligata a seguire.

Tu, essendo giusto, governi tutto con giustizia. Consideri incompatibile con la tua potenza condannare chi non merita il castigo. La tua forza infatti è il principio della giustizia, e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti. Mostri la tua forza quando non si crede nella pienezza del tuo potere, e rigetti l’insolenza di coloro che pur la conoscono. Padrone della forza, tu giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza, perché, quando vuoi, tu eserciti il potere. Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini, e hai dato ai tuoi figli la buona speranza che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento. Se infatti i nemici dei tuoi figli, pur meritevoli di morte, tu hai punito con tanto riguardo e indulgenza, concedendo tempo e modo per allontanarsi dalla loro malvagità, con quanta maggiore attenzione hai giudicato i tuoi figli, con i cui padri concludesti, giurando, alleanze di così buone promesse! Mentre dunque correggi noi, tu colpisci i nostri nemici in tanti modi, perché nel giudicare riflettiamo sulla tua bontà e ci aspettiamo misericordia, quando siamo giudicati. Perciò quanti vissero ingiustamente con stoltezza tu li hai tormentati con i loro stessi abomini. Essi si erano allontanati troppo sulla via dell’errore, scambiando per dèi gli animali più abietti e più ripugnanti, ingannati come bambini che non ragionano. Per questo, come a fanciulli irragionevoli, hai mandato un castigo per prenderti gioco di loro. Ma chi non si lascia correggere da punizioni derisorie, sperimenterà un giudizio degno di Dio. Infatti, soffrendo per questi animali, s’indignavano perché puniti con gli stessi esseri che stimavano dèi, e capirono e riconobbero il vero Dio, che prima non avevano voluto conoscere. Per questo la condanna suprema si abbatté su di loro. (Sap 12,15-27).
L’uomo è giusto se pensa come il suo Dio. È sempre ingiusto quando così non pensa.

Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Gesù è uomo giusto. Pensa come il Padre suo. Oggi però non può manifestare il pensiero del Padre pubblicamente. Lo rivela per via indiretta agli accusatori. Lo manifesta per via diretta alla donna: “Va’ e d’ora un poi non peccare più”.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci il pensiero del Padre.