NELL’INSEGNAMENTO DEGLI APOSTOLI

DOMENICA 19 APRILE (At 2,42-47)

La comunità dei discepoli di Gesù è come un albero. Se l’albero rimane nella terra, si nutre bene, potrà sempre produrre ottimi frutti. Se invece viene sradicato, lasciato senz’acqua, abbandonato a se stesso, mai produrrà un solo frutto di vita. I discepoli di Gesù sono piantati nell’insegnamento e nella dottrina degli Apostoli. Questa prima verità è fatta a sua volta di altre due verità. Perché il cristiano ascolti è necessario che l’apostolo parli. Se l’apostolo non parla, il cristiano mai potrà ascoltare. Ancora. Perché il cristiano cresca nella verità e cammini di verità in verità e di fede in fede, è necessario che l’Apostolo insegni la verità. Ecco l’esortazione di Paolo a Timoteo: “Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: Annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole. Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero” (2Tm 3,14-4,5). Quando l’apostolo non annuncia o parla dal suo cuore e non dal cuore di Cristo Gesù, il cristiano è come se vivesse in un campo di rovi, di pruni, di ortiche. Perde Cristo dal cuore e ogni sua Parola.

[Quelli che erano stati battezzati] erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.

La seconda perseveranza è nella comunione. La vera comunione è nei doni spirituali e anche materiali. San Paolo così raccomanda la comunione nei doni dello Spirito: “Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole” (Cfr. 1Cor 12,1-31). “Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo” (Ef 4,11-13). Senza questa comunione, tutte le altre saranno inefficaci. Anche la perseveranza nello spezzare il pane alla fine morirà. Così come svanirà anche la quarta perseveranza che è quella nelle preghiere. Prima viene l’ascolto. Dall’ascolto la comunione nei doni e nei ministri. Dalla comunione spirituale la comunione nelle cose delle terra, infine la comunione nelle preghiere. Si prega come un corpo solo e un’anima sola. Si prega riuniti sempre nel nome del Signore. Muore l’ascolto, tutto muore. Muore il dono dell’insegnamento, tutto muore.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che sempre gli apostoli insegnino la dottrina di Gesù.