vangelo del giorno

Noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito

4 MARZO (Mc 10,28-31)


La vera vocazione è lasciare tutto. Si abbandona anche la storia di ieri per iniziare una nuova vita. Si lascia un mondo per entrare in un altro, abbandonandosi totalmente a Dio, al Signore. Mettendosi nelle sue mani e nella sua santa volontà. È Lui il solo Signore della nostra vita. Abramo, Mosè, Eliseo ci rivelano questo perfetto abbandono.

Il Signore disse ad Abram: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abram prese la moglie Sarài e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso la terra di Canaan. Arrivarono nella terra di Canaan e Abram la attraversò fino alla località di Sichem, presso la Quercia di Morè. Nella terra si trovavano allora i Cananei (Gen 12,1-6). 

Mosè partì, tornò da Ietro suo suocero e gli disse: «Lasciami andare, ti prego: voglio tornare dai miei fratelli che sono in Egitto, per vedere se sono ancora vivi!». Ietro rispose a Mosè: «Va’ in pace!». Il Signore disse a Mosè in Madian: «Va’, torna in Egitto, perché sono morti quanti insidiavano la tua vita!». Mosè prese la moglie e i figli, li fece salire sull’asino e tornò nella terra d’Egitto. E Mosè prese in mano il bastone di Dio (Es 4,18-20). 

Il Signore gli disse: «Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Cazaèl come re su Aram. Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsì, come re su Israele e ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto. Se uno scamperà alla spada di Cazaèl, lo farà morire Ieu; se uno scamperà alla spada di Ieu, lo farà morire Eliseo. Io, poi, riserverò per me in Israele settemila persone, tutti i ginocchi che non si sono piegati a Baal e tutte le bocche che non l’hanno baciato». Partito di lì, Elia trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: «Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elia disse: «Va’ e torna, perché sai che cosa ho fatto per te». Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio (1Re 19,15-21). 

Non c’è vocazione senza abbandonare ogni cosa per seguire il Signore. Nel Nuovo Testamento abbiamo una novità che è ben giusto mettere in risalto. Non si segue più il Dio dei Padri, non si è più discepoli dell’Onnipotente Invisibile Signore, non si è più servi della sua voce e della sua volontà. Si è discepoli, servi, ascoltatori, seguaci di Cristo Signore. Si abbandona tutto per camminare dietro di Lui, fare la sua volontà, ascoltare la sua voce. Senza l’ascolto della voce di Gesù Signore non c’è più alcuna vera vocazione. Dio, il Signore invisibile, ci chiama a seguire Cristo, il Signore visibile. 

Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

Vi è una ricompensa per chi segue Cristo Signore? La vocazione è già ricompensa, perché altissimo dono di Dio. Nella vocazione il Signore dona compimento vero alla nostra vita. La nostra vita è nella vocazione e la vocazione è la nostra vita. Oltre a questa ricompensa, il Signore ce ne dona altre due: una nel tempo e una nell’eternità. Nel tempo ci ricolmerà di ogni bene necessario per la nostra vita. Nell’eternità ci accoglierà alla sua mensa. Ci ricolmerà di vita eterna. Nella vocazione si lascia un modo effimero di essere e si entra in una storia vera, che dona verità alla nostra vita.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri discepoli di Gesù.