vangelo del giorno

Noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto

9 APRILE (Gv 3,7-15)

Il Vangelo secondo Giovanni, fin da subito, nel suo Prologo, ci rivela la verità di Gesù Signore. Lui è il Figlio di Dio che è disceso dal cielo. Non è però disceso come il Signore sul monte Sinai, oppure come l’Angelo che svegliò Elia e gli diede da mangiare. È disceso facendosi carne, vero uomo, nel seno della Vergine Maria. È disceso divenendo partecipe della nostra umanità. Lui è vero Figlio dell’uomo.

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. (Cfr. Gv 1,1-18).

Poiché dal cielo è venuto nella nostra carne, può parlarci da uomo ad uomo, come un uomo parla ad un altro uomo, ma non delle cose della terra, bensì di quelle del cielo, perché le conosce, le vive, le sa per scienza eterna, perché sono la sua stessa vita. Gli altri fondatori di religione conoscono Dio solo da lontano, come l’occhio umano conosce le galassie senza alcuno strumento elettronico e ignorando ogni calcolo matematico, fisico, astronomico. Esso vede un punto luminoso. Nulla di più.

Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

Questo Gesù che è disceso dal cielo deve operare l’umana redenzione risalendo al cielo, non però così come è venuto. Deve risalire attraverso la scala della croce, lasciandosi crocifiggere su di essa, per divenire segno e sacramento di fede per tutto il genere umano. Gesù applica a sé quanto è avvenuto nel deserto con Mosè.

Gli Israeliti si mossero dal monte Or per la via del Mar Rosso, per aggirare il territorio di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero». Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì. Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita. (Num 21,4-9).

Dopo che Gesù è salito al cielo, passando per la via della croce, chi vuole trascinare con sé altri fratelli al cielo, anche lui dovrà passare attraverso la via della croce, lasciandosi crocifiggere su di essa. La croce di Cristo e il Cristo Crocifisso si guardano con fede in un solo modo: desiderando anche noi di essere come Lui per la redenzione del mondo. Chi non ha questo desiderio, ancora non guarda la croce con occhi di vera fede. La guarda da non vero credente e da non “autentico “salvatore dei suoi fratelli.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci occhi di vera fede.