vangelo del giorno

Non è costui il figlio del falegname?

Lv 23,1.4-11.15-16.27.34b-37; Sal 80,3-6.10-11; Mt 13,54-58.
4 AGOSTO
Gesù è vero figlio di Israele. Questa la sua prima verità. Se è vero figlio di Israele necessariamente dovrà essere vero figlio della Parola del Signore. Questa la sua seconda verità. Quando una persona viene e parla, presentandosi nel nome del Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe, la prima verifica da operare è constatare se Lui è dalla Parola, nella Parola, per la Parola del Dio nel cui nome viene. Se dice la Parola di Dio e la Parola di Dio vive, dubitare di Lui è dubitare della Parola di Dio. È anche dubitare del Dio nel cui nome Lui parla ed opera. Tutto deve poggiare sul fondamento della Parola già conosciuta. Senza e fuori della Parola, ogni discernimento è vano.

Questa regola vale anche per i profeti e i “santi” del Nuovo Testamento. Tutti possono venire e dire di parlare nel nome di Cristo Signore o della Madre sua. Il confronto di verità deve essere operato sul fondamento della fede della Chiesa e della sua sana dottrina. Perché Cristo è venuto? Per edificare il regno di Dio sulla terra. Perché profeti e santi vengono? Per edificare il regno di Dio, la Chiesa di Dio sulla terra. Dove non vi è vera edificazione del regno di Dio non vi è vera profezia, vera santità. La vera profezia e la vera santità sono ordinate al regno di Dio, al ristabilimento di Cristo, della Parola, della Chiesa nei cuori. Questa regola dona Gesù ai suoi discepoli. I falsi cristi e i falsi profeti saranno così numerosi e così astuti da ingannare anche gli eletti di Dio.

Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete (Mt 7,15-20).  Gesù rispose loro: «Badate che nessuno vi inganni! Molti infatti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”, e trarranno molti in inganno. Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui”, oppure: “È là”, non credeteci; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e miracoli, così da ingannare, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l’ho predetto. Se dunque vi diranno: “Ecco, è nel deserto”, non andateci; “Ecco, è in casa”, non credeteci. Infatti, come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Dovunque sia il cadavere, lì si raduneranno gli avvoltoi (Mt 24,4-5.23-28).

Viene Gesù. Vive tutta la Parola del Padre. La sua vita è solo opera di amore, compassione, misericordia, benevolenza, verità. Compie segni più potenti di quelli compiuti da Mosè, Elia, Eliseo. Insegna secondo la più pura sapienza. Vi sono tutti i presupposti di Parola e di opere per attestare che Lui è da Dio. Non importa se sia un profeta, il Messia, un saggio e un sapiente. Non è in questo istante urgente che si affermi la sua verità intrinseca. Basta affermare quella estrinseca, visibile: Lui è da Dio. È da questa verità che poi ci si apre ad ogni altra. Se è negata questa prima verità, mai ci si potrà aprire alla conoscenza e comprensione della verità intrinseca.

Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Quelli di Nazaret non guardano la ricchezza e grandezza delle sue opere, osservano l’umiltà della sua origine e per essa negano il suo essere da Dio, commettendo così un duplice peccato di stoltezza e insipienza: negano l’evidenza attuale. Le opere attestano che Gesù è da Dio. Negano l’evidenza della Parola e della storia passata. Il grande re Davide era al momento della chiamata un umile pastore di greggi, neanche invitato dal padre perché si presentasse dinanzi a Samuele. La stoltezza è il cancro della fede.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci da ogni stoltezza.