vangelo del giorno

Non lo sappiamo

16 DICEMBRE (Mt 21,23-27)

Intelligenza, sapienza, capacità e luce soprannaturale per leggere e interpretare la vita di Cristo Gesù è un dono attuale dell’Onnipotente Signore della storia, di ogni storia. Se il Signore, per un motivo arcano che solo Lui conosce, priva l’uomo di un così grande dono, il privato del dono di Dio cammina avvolto da fitte tenebre. È un povero e misero cieco, un sordo e un muto che non può né vedere, ascoltare, né riferire le meraviglie del Signore. Quando l’uomo raggiunge il peccato della superbia, il suo cuore si chiude ad ogni grazia divina e la sua mente barcolla nel buio della ragnatela dei pensieri umani. Si oscura la luce dello spirito ed è la tenebra senza fine.

Fermatevi e stupitevi, accecatevi e rimanete ciechi; ubriacatevi ma non di vino, barcollate ma non per effetto di bevande inebrianti. Poiché il Signore ha versato su di voi uno spirito di torpore, ha chiuso i vostri occhi, cioè i profeti, e ha velato i vostri capi, cioè i veggenti. Per voi ogni visione sarà come le parole di un libro sigillato: si dà a uno che sappia leggere dicendogli: «Per favore, leggilo», ma quegli risponde: «Non posso, perché è sigillato». Oppure si dà il libro a chi non sa leggere dicendogli: «Per favore, leggilo», ma quegli risponde: «Non so leggere». Dice il Signore: «Poiché questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e la venerazione che ha verso di me è un imparaticcio di precetti umani, perciò, eccomi, continuerò a operare meraviglie e prodigi con questo popolo; perirà la sapienza dei suoi sapienti e si eclisserà l’intelligenza dei suoi intelligenti». Guai a quanti vogliono sottrarsi alla vista del Signore per dissimulare i loro piani, a coloro che agiscono nelle tenebre, dicendo: «Chi ci vede? Chi ci conosce?». Che perversità! Forse che il vasaio è stimato pari alla creta? Un oggetto può dire del suo autore: «Non mi ha fatto lui»? E un vaso può dire del vasaio: «Non capisce»? Certo, ancora un po’ e il Libano si cambierà in un frutteto e il frutteto sarà considerato una selva. Udranno in quel giorno i sordi le parole del libro; liberati dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno. Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i più poveri gioiranno nel Santo d’Israele. Perché il tiranno non sarà più, sparirà l’arrogante, saranno eliminati quanti tramano iniquità, quanti con la parola rendono colpevoli gli altri, quanti alla porta tendono tranelli al giudice e rovinano il giusto per un nulla. Pertanto, dice alla casa di Giacobbe il Signore, che riscattò Abramo: «D’ora in poi Giacobbe non dovrà più arrossire, il suo viso non impallidirà più, poiché vedendo i suoi figli l’opera delle mie mani tra loro, santificheranno il mio nome, santificheranno il Santo di Giacobbe e temeranno il Dio d’Israele. Gli spiriti traviati apprenderanno la sapienza, quelli che mormorano impareranno la lezione» (Is 29,9-24).

Al tempo di Gesù, farisei e scribi vivevano di superbia, arroganza religiosa, presunzione, invidia, gelosia, ogni altro vizio. Il loro cuore era in tutto simile ad una brocca senz’acqua ricolma di fango e di sabbia. Dio non può riversare in questi cuori la sua saggezza, la sua forza, la sua luce ed essi giungono a dichiararsi incompetenti, incapaci nel discernimento, inadatti nelle opere del Signore. Si definiscono ciechi da se stessi. Dicono a Gesù che sono privi di ogni discernimento nella sapienza e nella verità. Si rivelano maestri del nulla, dal momento che non sanno se un uomo è da Dio o da se stesso, se viene dal Cielo o dalla terra, se predica Dio o predica la terra.

Entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

Ma è sempre così. Così si lascia conquistare il cuore dal peccato, all’istante oscura la luce della verità nella sua mente. Non è più la sapienza dello Spirito Santo ad illuminare i suoi pensieri, sono invece le tenebre del male che la oscurano e la rendono vana per il bene, valida invece per il male. Peccato e luce si escludono a vicenda.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, preservateci da ogni peccato.